ROMA – Disagio nel disagio per i clienti di Italo Treno nella giornata nera del trasporto ferroviario italiano. Chi aveva acquistato il biglietto per il treno delle 18:33 da Roma Termini a Napoli Centrale è stato bellamente beffato, per non dire truffato, dalla compagnia di Montezemolo perché solo a convoglio partito i viaggiatori hanno appreso del ritardo. Non di dieci minuti o un quarto d’ora, ma di ben due ore. Per giunta con la soppressione della fermata di Afragola, con gravi disagi per quanti – e sono la maggior parte – , pendolari giornalieri, lasciano l’auto nel parcheggio per poi riprenderla al ritorno.
Per il servizio clienti di Italo Treno è tutto normale: “C’è stato un guasto sulla rete elettrica, tutti i treni hanno subìto ritardi. E per ogni ritardo superiore ai 120 minuti ci sarà l’accredito in automatico del 50% del costo del biglietto, mentre da Napoli centrale ad Afragola i passeggeri possono usufruire di un bus navetta gratuito”.
Tutto risolto così? Ma niente affatto. Con la scelta di comunicare solo a bordo, col treno già in viaggio, le due ore di ritardo, è stata preclusa ai passeggeri la possibilità di scendere e prendere un altro treno. Risultato: appuntamenti e impegni saltati che nessun rimborso e nessun bus gratuito potranno ripagare. “Abbiamo detto alle nostre hostess di comunicare sul binario a Termini che il treno sarebbe arrivato a Napoli Centrale alle 21”, la difesa dei controllori a bordo. Peccato che nessuno – o comunque pochissimi – le abbia incontrate, a giudicare dalle proteste nel convoglio. Ma nel 2019, nell’era in cui i biglietti sono collegati a mail e numeri di cellulare, costava troppo una comunicazione? O anche solo far comparire il ritardo sul cartellone luminoso in stazione, come si è sempre fatto? Misteri di Italo Treno.