Crisi, tutti pazzi per Conte. Anche Trump tifa per ‘Giuseppi’

in foto Giuseppe Conte

ROMA – Forse è troppo trasformare il 27 agosto nel Conte-day, eppure per l’ex (e verosimilmente futuro) premier del Governo non è stato un giorno qualsiasi. E’ stato, infatti, il martedì della sua legittimazione come capo: da parte di Nicola Zingaretti, con il quale ha avuto telefonate e convergenze di vedute, per gettare le basi nel nuovo esecutivo; da parte di Donald Trump, il presidente Usa che si è speso con un endorsement via Twitter; da parte di Bill Gates che, sempre cinguettando, lo ha ringraziato personalmente per l’impegno nel GlobalFund.

E il Quirinale? In fondo, anche il Colle in qualche modo ha accompagnato la legittimazione del Presidente del Consiglio: da lontano e con il dovuto distacco, sia chiaro, però con molta attenzione. In questo martedì di sole e caldo torrido, Conte ha probabilmente raccolto ciò che ha seminato in queste settimane di silenzi e di sfoghi, di posizioni nette e di dinieghi secchi.

In qualche modo ha superato (a sinistra) pure Luigi Di Maio, tenuto conto che l’universo Dem si è rivolto più a lui che a qualsiasi altro per fare in modo che un accordo difficile (su persone e programmi) non diventasse impossibile.

Insomma, Conte ha fatto notizia persino quando è uscito da Palazzo Chigi per comprare un telefonino al figlio. C’erano giornalisti e curiosi ad aspettarlo all’uscita, pressappoco come capita quando un calciatore scende su questa terra e fa cose comuni alla gente comune.

Poco prima, proprio nella fase più calda delle trattative tra Pd e Movimento 5 Stelle, al premier dimissionario arriva un appoggio clamoroso e inaspettato. Dall’altro lato dell’Oceano, Donald Trump dichiara pubblicamente di tifare per ‘Giuseppi’ Conte. Il tweet del presidente Usa mette le ali al governo bis dell”avvocato del popolo’. Il fatto che nel cinguettio il nome di battesimo del premier sia sbagliato (è stato corretto pochi minuti dopo) certifica come l’esternazione di Trump, al solito, sia assolutamente ‘di pancia’ e scevra da qualsiasi tipo di calcolo politico.

Del resto, che fra il tycoon americano e l’avvocato pugliese ci sia feeling è sempre stato evidente. Al capo della Casa Bianca piace soprattutto il fatto che i due, come da dichiarazioni alla stampa dopo l’incontro ufficiale a Washington di fine luglio 2018, siano “outsider della politica”.

Conte, sottolinea Trump, ha saputo “rappresentare l’Italia con forza al G7” in quanto “uomo di grande talento che ama molto il suo Paese e lavora bene con gli Stati Uniti. Spero rimanga presidente del Consiglio”. Un vero e proprio endorsement che rende orgoglioso il premier, in particolar modo per il riconoscimento di agire sempre con la massima determinazione nel difendere l’interesse nazionale, pur essendo leale nei confronti di tutti i partner.

Un concetto ribadito nei giorni scorsi pure dal presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk. Del resto è ormai un dato di fatto come Conte, partendo dl difficile ruolo di illustre sconosciuto, fra un colloquio amichevole con Angela Merkel davanti a un succo di frutta e una sfida a biliardo con Theresa May, sia riuscito a fare centro accreditandosi presso le cancellerie di tutto il mondo.

Sotto questo punto di vista il passaggio del premier nel suo discorso al Senato relativo al posizionamento dell’Italia in politica estera non è passato inosservato. Una nazione che “deve rimanere fedele ai due pilastri del rapporto transatlantico e del rapporto con l’Unione europea, di cui restiamo Paese fondatore”, le parole scelte dall’avvocato del popolo nelle sue comunicazioni.

Ragionamenti che sono di senso opposto rispetto a quelli di Matteo Salvini, chiamato a ingoiare un altro boccone amaro proprio da colui al quale aveva in più occasioni strizzato l’occhio. E non è escluso che pure il ‘Russiagate’ in salsa nostrana abbia influito nelle valutazioni del capo di Stato americano. E anche in casa Pd le dichiarazioni di Trump, certamente non l’alleato numero uno dei dem, non avranno provocato salti di gioia. Ma più delle schermaglie politiche in questo caso valgono i rapporti personali e Trump pare proprio non veda l’ora di riabbracciare presto il suo amico ‘Giuseppi’. (LaPresse)

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