Operazione antidroga a Torre Annunziata, ecco la struttura del “sistema”

I retroscena dell'operazione che ha portato allo smantellamento dell'organizzazione dedita al traffico di droga.

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Nel cuore delle indagini che hanno scosso Torre Annunziata, emerge un quadro complesso e strutturato di un’organizzazione criminale dedita al traffico di stupefacenti. La struttura, piramidale e ben definita, vedeva al suo vertice figure chiave con ruoli specifici, orchestrando un sistema illecito ramificato e pervasivo.

Al vertice dell’organizzazione spiccavano i nomi di Gemignani Nino e Panariello Giuseppe, identificati come i principali approvvigionatori e finanziatori del gruppo. Non solo fornivano la materia prima, ma gestivano anche le risorse economiche necessarie per sostenere l’intera attività illecita. La loro influenza si estendeva al controllo delle attività di Intagliatore, figura centrale nella catena di distribuzione.

Intagliatore, vero e proprio “cavallo di battaglia” dell’organizzazione, si occupava del trasporto e della consegna materiale della droga. Grazie alla sua agilità e conoscenza del territorio, riusciva a eludere i controlli delle forze dell’ordine e a garantire la rapidità delle consegne. Il suo ruolo era cruciale per mantenere attivo il flusso di stupefacenti e soddisfare le richieste dei clienti.

A supporto di Intagliatore operava Contieri, responsabile della custodia della merce. Contieri custodiva la droga in luoghi sicuri e la consegnava a Intagliatore su richiesta, garantendo la disponibilità immediata del prodotto. La collaborazione tra Intagliatore e Contieri era essenziale per il funzionamento efficiente del sistema di spaccio.

Le piazze di spaccio, luoghi nevralgici per la vendita al dettaglio, erano dislocate in diverse zone di Torre Annunziata, tra cui le abitazioni di Perotti Antonio e Sperandeo Angela, e quella di Perotti Maria. Questi luoghi, apparentemente innocui, fungevano da centri di smistamento e vendita, alimentando il mercato locale della droga.

Le indagini hanno rivelato che l’organizzazione utilizzava un linguaggio criptico e allusivo nelle comunicazioni, rendendo difficile intercettare e interpretare le conversazioni. I membri del gruppo comunicavano attraverso telefoni dedicati con schede SIM acquistate in blocco, adottando un gergo convenzionale e utilizzando termini in codice per riferirsi a quantità, prezzi e luoghi.

Le intercettazioni telefoniche hanno giocato un ruolo fondamentale nell’identificazione dei soggetti coinvolti e nella ricostruzione delle dinamiche criminali. Grazie alle intercettazioni, gli inquirenti sono riusciti a svelare i ruoli e le responsabilità di ciascun membro dell’organizzazione, a individuare le piazze di spaccio e a ricostruire il flusso di denaro e stupefacenti.

Episodi specifici, come l’arresto di Amato Antonio in flagranza di reato per possesso di cocaina e i sequestri di ingenti quantità di droga, testimoniano l’intensità e la pervasività delle attività illecite. Figure come Ambrosio Michele e Polito Luciano emergevano dalle intercettazioni, orchestrando incontri e scambi che alimentavano il mercato della droga.

La rapidità delle comunicazioni e la natura essenziale degli argomenti trattati sottolineavano l’efficienza e la spietatezza dell’organizzazione. Ogni membro svolgeva un ruolo preciso e coordinato, garantendo il funzionamento continuo del sistema di spaccio e massimizzando i profitti illeciti.

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