MILANO – Tutto pronto a Los Angeles per la cerimonia degli Oscar, giunta alla 94esima edizione. Inevitabilmente la guerra in corso in Ucraina farà irruzione sul palco del Dolby Theatre e secondo il New York Post, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è in trattative con l’Academy per fare un’apparizione video durante la trasmissione, ma non è chiaro se dal vivo o in un messaggio registrato. Ci sono, a quanto è trapelato, delle resistenze da parte di alcuni che non vogliono ‘politicizzare’ l’evento. A scendere in campo nelle ultime ore è stato Sean Penn, che in un’intervista alla Cnn, ha invitato Hollywood a boicottare gli Oscar se a Zelensky verrà negata la possibilità di parlare nel corso della cerimonia. In questa eventualità, ha detto Penn, tra i maggiori divi di Hollywood e sempre in prima linea nelle battaglie per i diritti civili, “incoraggerei tutti coloro che sono coinvolti – anche se potrebbe essere il loro momento, e lo capisco, per celebrare i loro film – a protestare e boicottare gli Academy Awards”.
L’attore, 61 anni, ha vinto due Oscar, entrambi come miglior attore protagonista, nel 2004 per ‘Mystic River’ e nel 2009 per ‘Milk’. Ora ha promesso che fonderà i suoi premi in pubblico se a Zelensky non verrà data la possibilità di parlare nel corso dell’evento. La star è anche umanamente vicina al presidente ucraino: quando è iniziato l’attacco russo, Penn si trovava proprio a Kyev e nei primi giorni del conflitto ha incontrato lo stesso Zelensky e diversi alti funzionari. Stava girando un documentario sull’Ucraina e sui tentativi della Russia di avere maggiore influenza nel Paese, e voleva capire come modificare il suo lavoro per documentare la guerra. Quando però si è capito che l’incolumità dei civili era a rischio e tutti gli stranieri sono stati invitati a lasciare il Paese, anche Sean Penn è stato costretto a partire e ha superato il confine a piedi con il suo operatore, documentando la vicenda sui social e spiegando anche che erano stati costretti ad abbandonare l’auto in autostrada a causa della paralisi del traffico in uscita dai confini ucraini.
In ogni caso è molto probabile che la notte degli Oscar punterà i riflettori su questa tragedia, e da Los Angeles appelli contro la guerra, forse anche duri attacchi al presidente russo Vladimir Putin, rimbalzeranno nelle case di tutto il mondo. Hollywood d’altronde non è nuova a utilizzare la serata di gala più attesa del cinema mondiale per attirare l’attenzione sui temi più importanti e delicati.
Di Claudio Maddaloni