NAPOLI – Non siamo ancora arrivati a metà anno e già l’Italia ha esaurito tutte le risorse che il pianeta era in grado di fornirle per il 2022. Il 15 maggio è stato l’Overshoot day dello Stivale, data che segna il momento in cui la domanda di risorse e servizi ecologici di un popolo in un dato anno supera quella che la Terra può rigenerare in quell’anno. Per la Terra nel 2021 è caduto il 29 luglio, ma la data varia da regione a regione del mondo. L’Earth Overshoot Day è calcolato dal Global Footprint Network, un’organizzazione di ricerca internazionale che fornisce ai decisori una serie di strumenti per aiutare l’economia umana a operare entro i limiti ecologici della Terra. Per determinare la data per ogni anno, Global Footprint Network calcola il numero di giorni di quell’anno in cui la biocapacità della Terra è sufficiente a fornire l’impronta ecologica dell’umanità. Il resto dell’anno corrisponde al superamento globale. Il concetto dell’Earth Overshoot Day è stato concepito per la prima volta da Andrew Simms del think tank britannico New Economics Foundation , che ha collaborato con Global Footprint Network nel 2006 per lanciare la prima campagna globale per l’Earth Overshoot Day. Il Wwf, la più grande organizzazione mondiale per la conservazione, partecipa all’Earth Overshoot Day dal 2007.
IMPRONTA ECOLOGICA
Gli esseri umani hanno bisogno di cibo, riparo e riscaldamento per sopravvivere. Le risorse ecologiche del nostro pianeta aiutano a soddisfare queste esigenze. Ma quante risorse consumiamo? E’ possibile rispondere a questa domanda facendo ricorso al calcolo dell’impronta ecologica. Proprio come un estratto conto tiene traccia delle entrate rispetto alle spese, la contabilità dell’impronta ecologica misura la domanda di una popolazione per l’offerta di risorse e servizi degli ecosistemi naturali. Da un lato si tiene conto della domanda, l’impronta ecologica misura il fabbisogno di un individuo o di una popolazione di prodotti alimentari e di fibre vegetali, bestiame e prodotti ittici, legname e altri prodotti forestali, spazio per infrastrutture urbane e foreste per assorbire le sue emissioni di anidride carbonica dai fossili combustibili. Sul fronte opposto troviamo l’offerta, ovvero la biocapacità di una città, di uno stato o di una nazione rappresenta la sua area di mare e terra biologicamente produttiva, compresi i terreni forestali, i pascoli, i terreni coltivati, i fondali di pesca e i terreni edificati. L’impronta ecologica può essere calcolata per un singolo individuo , città , regione, paese e l’intero pianeta. Il divario tra impronta ecologica e biocapacità è determinato da diversi fattori.
OVERSHOOT DAY
La nostra impronta personale è il prodotto di quanto utilizziamo e dell’efficienza con cui viene prodotto. Molti paesi sono “in rosso”, il che significa che utilizzano più risorse naturali (impronta ecologica) di quante i loro ecosistemi possano rigenerare (biocapacità). Hanno un “deficit ecologico”. Quando la biocapacità di un paese è maggiore dell’impronta ecologica della sua popolazione, d’altra parte, il paese vanta una “riserva ecologica”. Quando l’intero pianeta ha un deficit ecologico, si ha il “superamento”, ovvero l’overshoot day.
Qatar e GIAmaica
La situazione nei vari Paesi del mondo è molto diversa. Il Qatar è il primo stato ad aver superato la soglia, il 10 febbraio di quest’anno. Seguono il Lussemburgo il 14 febbraio, poi il Canada, gli Stati Uniti e gli Emirati Arabi i 13 marzo. Tra aprile e maggio troviamo gran parte dei Paesi europei, tra cui anche l’Italia. In fondo alla classifica, nel mese di dicembre troviamo invece l’Indonesia, l’Ecuador e la Giamaica. Non tutti i paesi hanno un giorno di superamento. In base all’equazione un paese ha un giorno di superamento solo se la sua impronta ecologica per persona è maggiore della biocapacità globale per persona. I paesi la cui impronta ecologica per persona è inferiore alla biocapacità globale per persona non hanno il giorno di superamento.
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