BARI (LaPresse) – Il Medioriente è “crocevia di civiltà e culla delle grandi religioni monoteistiche. Lì è venuto a visitarci il Signore, sole che sorge dall’alto. Da lì si è propagata nel mondo intero la luce della fede. Lì sono sgorgate le fresche sorgenti della spiritualità e del monachesimo. Lì si conservano riti antichi, unici e ricchezze inestimabili dell’arte sacra e della teologia lì dimora l’eredità di grandi padri nella fede. Questa tradizione è un tesoro da custodire con tutte le nostre forze, perché in Medioriente ci sono le radici delle nostre stesse anime”. Così Papa Francesco, a Bari per incontrare i patriarchi delle Chiese cristiane in Medioriente.
Guerra e fondamentalismo tra silenzi e complicità
In Medioriente “splendida regione, si è addensata, specialmente negli ultimi anni, una fitta coltre di tenebre. Guerra, violenza e distruzione. Occupazioni e forme di fondamentalismo. Migrazioni forzate e abbandono, il tutto nel silenzio di tanti e con la complicità di molti”.
Senza cristiani non sarebbe Medioriente
“Il Medioriente è divenuto terra di gente che lascia la propria terra. E c’è il rischio che la presenza di nostri fratelli e sorelle nella fede sia cancellata, deturpando il volto stesso della regione, perché un Medioriente senza cristiani non sarebbe Medioriente”.
La regione soffre per via della ricerca di potere e di ricchezze. L’indifferenza uccide
“L’indifferenza uccide, e noi vogliamo essere voce che contrasta l’omicidio dell’indifferenza. Vogliamo dare voce a chi non ha voce, a chi può solo inghiottire lacrime, perché il Medioriente oggi piange, soffre e tace, mentre altri lo calpestano in cerca di potere e ricchezze”.