Expo, il sindaco Giuseppe Sala graziato dalla Corte dei conti

Archiviata dalla magistratura contabile l'accusa per il primo cittadino di Milano

Foto LaPresse - Ermes Beltrami

MILANO – Sala non dovrà sborsare soldi. La Corte dei Conti ha archiviato la posizione del sindaco di Milano nel procedimento sulla fornitura di 6mila alberi per l’Esposizione universale. Per i pm contabili, invece, è stato Angelo Parisi, con la complicità di altri soggetti, a determinare un danno erariale di oltre 2 milioni di euro nei confronti dell’Expo.

L’appalto

Al centro dell’inchiesta della procura della Corte dei conti c’è l’appalto ottenuto direttamente dalla Mantovani. La ditta per svolgere i lavori ha intascato 4,3 milioni di euro, ma successivamente ha subappaltato l’opera ad un’altra azienda per 1,7 milioni. La differenza dei costi e l’assenza, ravvisata dagli inquirenti, dei requisiti d’urgenza per affidare l’intervento senza gara avevano spinto l’accusa a chiedere i processo per Giuseppe Sala con l’accusa di abuso d’ufficio. Tutto finito, quindi, sul versante ‘contabile’. Ma il primo cittadino di Milano resta continua il processo penale per falso: secondo gli inquirenti avrebbe modificato gli atti della commissione di gara della Piastra.

La difesa

Salvatore Scuto, l’avvocato del sindaco, ha sostenuto che l’affidamento diretto alla Mantovani fosse legittimo. Sala, infatti, ha chiarito il suo difensore, in qualità di amministratore delegato e commissario Expo aveva semplicemente adoperato le deroghe già in vigore. L’obiettivo era fare presto, anzi fare in tempo per consentire ad Expo di aprire i battenti entro il primo maggio del 2015. E sui costi (la differenza tra l’appalto e il subappalto), infine, la cifra sarebbe stata fissata da altri e non da Scala.

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