CAGLIARI – Non si fermano le proteste dei pastori sardi sulle strade dell’isola. Nessuna tregua, anzi, dimostrazioni a tratti sempre più violente. Sono decisi ad andare avanti come hanno dimostrato anche nel giorno delle elezioni quando un folto gruppo di manifestanti ha bloccato un camion cisterna che trasportava latte nei pressi di Orune, nel Nuorese.
Episodi di violenza durante le proteste dei pastori sardi
Si è trattato di un assalto armato in piena regola: quattro uomini, a quanto pare, un vero e proprio commando che a volto coperto e armi in pugno ha costretto l’autista del camion a uscire dall’abitacolo sversando il latte sull’asfalto. Ancora una volta, dunque, latte ‘sprecato’. Il simbolo della battaglia dei pastori sardi che va avanti ormai da tempo. Questo, a quanto pare, perché allevatori, produttori e istituzioni non sono arrivati a nessun accordo come invece era stato preventivato nei giorni scorsi. Non hanno quindi intenzione di retrocedere neanche di un passo. La loro richiesta per terminare il clima di guerriglia urbana di questi giorni è molto chiara. Il prezzo del latte di pecora deve salire a 1 euro per litro a fronte dei 60 centesimi pagati attualmente.
Difficile un accordo al momento
Probabilmente l’accordo potrebbe essere raggiunto a metà strada, ad 80 centesimi, ma in questo senso la tregua appare purtroppo ancora lontana. C’è senza dubbio un clima diverso rispetto a quello dei primi giorni di protesta. Più violento evidentemente, cosa che ha portato ai primi provvedimenti da parte delle forze dell’ordine. Sei pastori sono stati infatti iscritti nel libro degli indagati dalla procura di Lanusei nel Nuorese a seguito di un blocco forzato al porto di Arbatax mentre altri otto, tutti tra i 40 e i 65 anni, sono addirittura stati denunciati dagli agenti del commissariato di Quartu per violenza privata. Questo perché il 19 febbraio scorso, davanti al caseificio Podda a Sestu, hanno cercato di impedire l’ingresso di una autocisterna che doveva consegnare il latte nello stabilimento.