NAPOLI – Nessuna voglia di imparare la lezione. Il Pd va avanti come se nulla fosse accaduto negli ultimi mesi, come se il crollo dal 40 al 16% fosse soltanto frutto degli umori lunatici dell’elettorato italiano. Nel corso dell’assemblea del Pd stanno emergendo le candidature alla segreteria, ma soprattutto un conservatorismo che difficilmente farà bene a un partito che ha bisogno di una profonda rivoluzione interna.
Per Fassino non c’è problema
Basta ascoltare l’intervento in assemblea di Piero Fassino. Per l’ex segretario, tutto sommato, va tutto bene. “Ho già vissuto questa fase nel 2001, siamo andati avanti e negli anni successivi abbiamo vinto tutte le elezioni”, ha detto. Un Pd in piena salute, quindi, quello che Fassino racconta ai dirigenti dem di tutta Italia. E come lui tanti altri minimizzano e definiscono quella in atto una normale fase di flessione sulla quale ben poco c’è da riflettere.
Le lezioni mai imparate
E il Pd, in effetti, la lezione sembra proprio non averla imparata. Basti guardare ai principali candidati alla segreteria. C’è Marco Minniti, ministro di punta del governo Renzi sonoramente bocciato dai cittadini. C’è Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio, che ricalca le orme del premier-segretario che tanto male ha funzionato. E potrebbe esserci persino Maurizio Martina, leader uscente di una fase in cui la voce del Pd è caduta praticamente inascoltata nel dibattito nazionale.
Una voce nel deserto e il tentativo di deviare il dibattito
Qualcuno che fa appello a cambiare passo, c’è ma ottiene applausi tiepidi dall’assemblea. Ci prova il candidato alla segreteria Dario Corallo, che invita la sinistra a tornare nel Pd e a mettere al bando le ipocrisie delle correnti che raccontano di “discussioni sui grandi temi”, quando invece c’è un “non detto fatto solo di spartizioni di potere, tra chi oltre alla politica non saprebbe fare altro”. E poi si becca le ramanzine per aver aver citato nel suo discorso il medico Roberto Burioni secondo molti a sproposito. Come spostare l’attenzione, insomma.
Ritiratevi tutti? Macché, i vecchi leoni dem snobbano pure Al Pacino
E anche il “ritiratevi tutti” della consigliera regionale della Lombardia Katia Tarasconi, raccoglie qualche applauso ma poco ascolto da parte dei vertici democratici. Nel suo intervento aveva denunciato la distanza enorme che si è creata tra i dirigenti e l’elettorato, e invitato a una ricostruzione vera, profonda, del Pd. Ma nemmeno la citazione di ‘Any given sunday’ con Al Pacino ha fatto breccia nei cuori dei vecchi leoni dem che vanno avanti per la loro strada. Vertici che di ‘lottare per un centimetro’ sembrano non aver voglia, prendendo metri su metri di distanza dai problemi veri della gente comune.