Pensioni, sindacati in piazza contro il governo: “Cambio di rotta o sciopero”

Dai leader di Cgil, Cisl e Uil arriva un messaggio chiaro a Palazzo Chigi e dintorni

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MILANO – Centomila persone in piazza San Giovanni a Roma sabato 1 giugno, convocate dai sindacati di categoria Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil, per dire ‘no’ al meccanismo di rivalutazione voluto dal governo che sottrarrà ai pensionati 3,5 miliardi di euro nei prossimi tre anni. Ma nel mirino delle sigle sindacali c’è tutta la politica economica dell’esecutivo.

I sindacati contro il governo

Dai leader di Cgil, Cisl e Uil arriva un messaggio chiaro a Palazzo Chigi e dintorni: o si cambia rotta o il sindacato si mobiliterà e lo sciopero generale è dietro l’angolo. A dirlo esplicitamente dal palco nel suo intervento è il segretario generale dello Spi-Cgil, Ivan Pedretti: “Se non ci saranno risposte dal governo, chiederemo a Cgil, Cisl e Uil di bloccare il Paese. E useremo quel vecchio arnese che si chiama sciopero generale”.

La linea del numero uno della Cgil

Leggermente più sfumati i toni dei leader confederali, che però chiedono all’esecutivo un confronto in tempi brevi su pensioni, fisco e lavoro. Per il numero della Cgil Maurizio Landini “se il governo non ci ascolta e se va avanti a fare leggi di stabilità che vanno in un’altra direzione, insieme a Cisl e Uil valuteremo tutte le iniziative necessarie, senza escludere nulla”. “E’ il governo che deve decidere se a giugno – e non dopo – vuole aprire il confronto con le parti sociali. In base a quello discuteremo e decideremo. Gli scioperi non si fanno contro qualcuno ma per ottenere qualcosa e cambiare la politica economica”, avverte Landini che poi elenca tutti i dossier da mettere sul tavolo e le soluzioni da adottare.

L’obiettivo è una vera riforma fiscale

“La cosa da fare è una vera riforma fiscale, non sospendere per due anni la legge sugli appalti: bisogna combattere l’evasione fiscale per ridurre le tasse al lavoro dipendente e ai pensionati. Su questo siamo pronti al confronto, se il governo non lo fa, siamo pronti alla mobilitazione e alla lotta nel paese”, spiega il segretario generale della Cgil, che precisa: “Noi abbiamo proposte su tutto: sulla riforma del fisco, su come rilanciare la politica industriale, sulla riforma degli ammortizzatori sociali, su come rilanciare il lavoro fondato sulla stabilità e non sulla precarietà. C’è poi bisogno di rinnovare i contratti nazionali e di riaffermarne il ruolo”.

L’appello di Cisl e Uil al governo

A Landini fa eco la segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan: “Il governo deve assolutamente cambiare la sua linea economica ma sembra assolutamente sordo rispetto a questo e invece è urgente. Perché il Paese ha la crescita bloccata, la recessione non è più uno spauracchio e se continuano così sarà drammaticamente una certezza”.

Il numero uno della Uil Carmelo Barbagallo si schiera con “16 milioni di pensionati che in questi anni sono stati utilizzati come bancomat dai governi che si sono succeduti”. “Quando si dice che sono avari – sottolinea Barbagallo – si dice una bugia perché nei prossimi tre anni quell’avarizia costa 3 miliardi e 600 milioni ai pensionati, che nei prossimi 7 anni diventano 20 miliardi”.

Anche Zingaretti in piazza San Giovanni

In piazza San Giovanni a fianco dei sindacati c’era anche il segretario Pd Nicola Zingaretti, che ha sparato bordate contro il governo: “Dopo un anno si guardano i fatti non le chiacchiere. I fatti per gli italiani purtroppo sono drammatici. Da oggi innanzi tutto calano le pensioni, il Paese si è fermato ed è a crescita zero, il debito pubblico è esploso, il costo del denaro brucia miliardi che potevano essere investiti nell’economia e il governo è nel totale caos” è l’analisi impietosa del leader dem, che torna sul caso della lettera di risposta del ministro delle Finanze Giovanni Tria all’Unione europea sui rilievi di Bruxelles ai conti di Roma. “La figuraccia di ieri non è degna di un grande paese come l’Italia e aumenta l’incertezza e la sfiducia nei confronti del paese” è l’affondo finale di Zingaretti.

(LaPresse/di Niccolò Borella)

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