NAPOLI – L’attenzione del governo sulle periferie è massima. Lo dichiara a “Cronache” il deputato di Forza Italia Alessandro Battilocchio, presidente della commissione parlamentare di inchiesta sulla sicurezza e il degrado di città e periferie.
Recenti fatti di cronaca stanno attirando l’attenzione sulla sicurezza delle città. Quali sono le sinergie da attuare fra Governo centrale e Comuni per migliorare la situazione e come sta operando la commissione che lei presiede?
Le periferie sono state poste al centro dell’azione politica e del dibattito. Aggiungerei: finalmente! Si deve recuperare un gap di decenni in cui la presenza delle Istituzioni è stata nulla o flebile: questo abbandono ha portato alla nascita, a tutte le latitudini, di veri e propri “non luoghi”, come li definisce l’antropologo Marc Augé. Delle città nelle città, con meccanismi, regole, architettura spesso lontane anni luce dal “centro”. Va detto che oggi dal concetto “geografico” di periferie si è passati al concetto di “periferie sociali”, luoghi di marginalità non necessariamente lontani dai centri storici. Ma, come dicevo in apertura, oggi le periferie stanno al centro dell’azione, con una mole di risorse e progettualità in corso che non ha precedenti, oltre 40 miliardi (comprensivi del fondo complementare) a disposizione di Città metropolitane, Comuni e loro aggregazioni: coi fondi Pnrr si stanno realizzando progetti di riqualificazione urbana, Piani Urbani Integrati, programma Pinqua (programma innovativo per la qualità dell’abitare). Accanto a ciò indispensabile rafforzamento delle condizioni di sicurezza e delle azioni di presidio (anche attraverso attività “ad alto impatto”) e potenziamento dei servizi educativi, di formazione, culturali e sociali. È una fase straordinaria e la Commissione che presiedo, anche attraverso la sua attività di approfondimento, proposta concreta e presenza sul territorio sta tentando di dare una mano in questo percorso. Ricordo che la Commissione Periferie nasce su mia proposta ma con un voto unanime del Parlamento, che testimonia un’attenzione generale verso questa tematica.
Quale dovrà essere e in che termini l’impatto della legge ora approvata?
Stiamo lavorando in spirito di sinergia in Commissione, anche perché quasi tutti i componenti provengono da esperienze amministrative e hanno consapevolezza piena dei problemi. Stiamo cercando di trovare sempre una sintesi, come nel caso della recente approvazione della legge che istituisce per il 24 giugno “la Giornata Nazionale delle Periferie Urbane”, dedicata alla piccola Fortuna Loffredo: da un dramma però deve nascere una speranza. Nella Giornata in tutte le periferie italiane si dovranno discutere problematiche e criticità, i progetti in corso ma anche le tantissime esperienze positive che riscontriamo girando sul territorio.
Gli ultimi dati Istat sul lavoro non sono incoraggianti: in particolare aumentano i cittadini che un’occupazione non ce l’hanno e non la cercano. Come legge questi risultati?
Sono dati che vanno approfonditi per trarre spunti di possibile azione. Sicuramente l’Italia sta viaggiando più velocemente di altri Paesi europei e mai come ora, tra l’altro, la voce del Governo italiano, grazie soprattutto alla credibilità e affidabilità del Ministro Antonio Tajani, è ascoltata e rispettata in tutti i contesti internazionali. L’Istat qualche giorno fa ha comunicato che il tasso di occupazione cala leggermente al 62,1%. L’occupazione diminuisce (-0,3%, pari a -63mila unità) tra uomini e donne, tra i dipendenti (soprattutto quelli permanenti), tra i 15-24enni e i 35-49enni; è sostanzialmente stabile per gli autonomi e per chi ha almeno 50 anni, mentre aumenta tra i 25-34enni. Il tasso di disoccupazione è stabile al 6,1, un livello che qualche anno fa sembrava irraggiungibile. Abbiamo ancora 3 anni di legislatura il Governo è stabile, concreto, coeso e metterà il massimo impegno sul tema.
Sul tema dei diritti, a partire dallo ius scholae, la posizione di Forza Italia è piuttosto distante da quella di Fdi e Lega. Come si trova una sintesi?
Forza Italia ha depositato una proposta, lo “Ius Italiae”, equilibrata e di buon senso che vuole contribuire a razionalizzare un sistema di regole e meccanismi datati e spesso grimaldello di abusi (soprattutto legati alle norme sullo ius sanguinis). La legge attuale prevede che solo al compimento dei 18 anni i giovani di origine straniera possano richiedere la cittadinanza italiana, ma lo “Ius Italiae” offrirebbe loro un percorso più rapido se hanno completato un ciclo scolastico in Italia. Siamo una coalizione e non un Partito unico ed è normale che ci siano sensibilità diverse. Ne discuteremo, come sempre, con la Premier Meloni e con gli alleati di Governo e troveremo una sintesi.
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