Pesticidi minaccia per gli ecosistemi

NAPOLI – L’uso indiscriminato dei pesticidi e delle sostanze tossiche sta provocando una vera e propria strage di insetti nei campi. Un allarme che preoccupa moltissimo, considerando le alte percentuali del dato: secondo le ultime stime, negli ultimi trent’anni nel continente europeo è andato scomparendo il 70% della biomassa degli impollinatori. Parliamo di quegli insetti il cui ruolo è importantissimo per l’intero ecosistema, e la cui drastica riduzione può rappresentare una serissima minaccia a tante specie vegetali. In via d’estinzione non solo insetti volatori appartenenti alle specie più rare, ma anche quelli più comuni, da cui dipende il fondamentale servizio ecosistemico dell’impollinazione. Con il 40% di api selvatiche, farfalle, sirfidi e coleotteri, che rischia direttamente l’estinzione a livello globale.
Bombi, farfalle, api selvatiche, vespe, falene, sirfidi: sono questi gli insetti a maggior rischio, uccisi, silenziosamente, in questa strage provocata dalla sconsiderata azione umana.
A minacciare l’esistenza di questi preziosi amici dell’ambiente sono, appunto, quelle attività umane che modificano e inquinano il loro habitat. In particolare parliamo dell’uso sconsiderato di pesticidi, il consumo di suolo, l’impoverimento dei paesaggi agricoli, l’inquinamento, i cambiamenti climatici e la diffusione di parassiti e malattie veicolate dall’introduzione di nuove specie aliene invasive.
Il danno e l’impatto di tutto questo è enorme, e non riguarda ‘solo’ la natura, ma anche e soprattutto l’uomo che da essa trae il suo sostentamento. Due terzi della frutta e della verdura che consumiamo quotidianamente dipendono infatti proprio dall’impollinazione. Ma c’è di più: l’impatto non riguarda soltanto l’erosione del valore ecosistemico nei sistemi alimentari, ma anche la nostra salute. L’uso dei pesticidi nell’agricoltura intensiva immette sostanze tossiche, persistenti e bioaccumulabili: secondo l’OMS ogni anno 26 milioni di persone vengono avvelenate da pesticidi. Un dato spaventoso e che fa riflettere alla luce della pandemia globale il corso. A lanciare questo allarme è ancora una volta il Wwf, che attraverso la campagna ReNature, ha lanciato la sfida per rigenerare questo pilastro della biodiversità mettendo in campo azioni diffuse sia in Oasi Wwf per habitat e impollinatori, sia in ambito agricolo grazie ad importanti collaborazioni con aziende agroalimentari per realizzare percorsi a favore della tutela della biodiversità negli agro-ecosistemi.
Sulla tematica dei pesticidi, lo scorso 12 aprile c’è stata la consultazione pubblica indetta dalla Commissione europea sulla revisione della direttiva Ue Pesticidi (2009/128/EC), la normativa europea che fissa le regole per un utilizzo sostenibile dei prodotti fitosanitari ed impone agli Stati membri la redazione di Piani di azione nazionali per la sua attuazione. Quello dell’Italia è ormai scaduto dal febbraio 2018 ed è urgente un suo aggiornamento, ha sottolinea il Wwf Italia, parlando di “un’occasione imperdibile per far sentire da parte dei cittadini, direttamente alla Commissione europea, la propria opinione in merito alle regole europee sull’uso dei pesticidi”.
Un modo per sollecitare i singoli cittadini a prendere parte a questo importante dibattito. Spesso, infatti, ci sentiamo ‘troppo piccoli’ e impotenti dinanzi a meccanismi dalla portata globale che non sapremmo come fermare.
Ma di strumenti ne esistono: l’Alleanza per l’Ice ‘Salviamo Api e Agricoltori’ ha creato uno strumento agile e funzionale per facilitare la partecipazione del comune cittadino, non addetto ai lavori ma interessato a fare sentire la propria voce, per chiedere l’eliminazione dei pesticidi dai campi alla tavola. Tante gocce, ricordiamolo, formano, infine, un oceano.
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