NAPOLI – La fiera del pezzotto, che nelle ultime settimane ha invaso il capoluogo partenopeo e le città in provincia di Napoli, si è riaccesa ieri a Fuorigrotta in occasione della partita degli azzurri contro l’Atalanta. I partenopei sono vicini alla conquista del terzo tricolore della storia. E’ da settimane che la squadra di Spalletti sta dando segnali non avere rivali nella corsa allo scudetto. Le bancarelle con sciarpe, magliette e bandiere celebrative del tricolore numero 3 sono apparse sul territorio da metà gennaio. Più si avvicina la matematica certezza della conquista del titolo da parte del Napoli, più cresce il numero dei punti vendita, dove i proprietari commercializzano prodotti contraffatti. Secondo le informazioni in possesso degli investigatori della polizia a gestire la produzione e la distribuzione dei gadget siano i clan. Pare che i primi a fiutare l’affare siano stati gli appartenenti alle cosche di Pianura. Sembrerebbe che a rifornire le bancarelle siano stati gli affiliati a Esposito-Calone-Marsicano, seguiti a ruota dai rivali dei Carillo-Perfetto. Pare il business del pezzotto tricolore abbia scatenato un’altra guerra tra i clan rivali, che in passato si sono dati battaglia per il controllo delle piazze di spaccio. Dopo i servizi apparsi su Cronache di Napoli gli agenti di polizia hanno predisposto maggiori controlli a Pianura. Adesso i poliziotti che mettono piede nelle strade tra le palazzine di edilizia popolare non sono più solo alla ricerca di droga e armi nascoste, ma tentano di scovare anche i laboratori dove vengono fabbricati magliette, sciarpe, cappelli e altri vessilli con il logo del Calcio Napoli e con il simbolo dello scudetto. Si tratta di prodotti illegali. Sembra che il giro di affari sia milionario. Un business che cresce sempre di più, visto che i prezzi dei gadget sono aumentati con il passare delle settimane e con gli azzurri vicini alla conquista del tricolore sono destinati a crescere ancora.
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