Un debito non onorato dietro l’assassinio dello chef Costanza

Un debito non onorato dietro l'assassinio dello chef Costanza
Un debito non onorato dietro l'assassinio dello chef Costanza

SPARANISE  – Con un colpo di pistola alla testa: è così che è stato ucciso Emanuele Costanza (nella foto in basso), 41enne romano. Il delitto si è consumato venerdì sera alle 19 e 30 in via Germano Sommeiller, nel quartiere Esquilino di Roma.  La vittima è stata freddata mentre era al volante di una Mercedes, a pochi metri dal suo ristorante, Osteria degli artisti. Nel locale, mentre il killer consumava l’agguato,  oltre ai dipendenti, c’erano poche persone. E nessuno avrebbe sentito nulla. 

Ma la caccia all’assassino è durata poco, anzi, non c’è stata. Perché? L’omicida ha subito confessato. Chi è? Fabio Giaccio (nella foto in alto), 43enne, imprenditore originario di Sparanise. Dopo aver premuto il grilletto della semiautomatica per ammazzare l’amico, l’uomo d’affari dell’Agro caleno ha raggiunto spontaneamente il commissariato di polizia di via Statilia per costituirsi.

A distanza di circa due giorni dall’agguato, il motivo che lo ha innescato è iniziato a delinearsi. Gli inquirenti, in base alle informazioni finora raccolte, ritengono che il movente dell’omicidio sia da ricondurre a dissidi di natura economica tra vittima e carnefice.

Ai poliziotti, Giaccio ha detto di aver ucciso il ristoratore dopo un alterco: “Abbiamo litigato e poi ho sparato”. Il 43enne di Sparanise era socio della vittima in un altro ristorante situato sempre a Roma. Non è da escludere che il debito che avrebbe innescato lo scontro possa essere maturato nell’ambiente dello spaccio di stupefacenti: si tratta di  una pista, però, considerata dagli investigatori, almeno per ora, meno valida  rispetto a quella dei debiti connessi agli affari nel settore della ristorazione (che non stavano decollando per lo chef). Ad ogni modo, in questa fase, nulla viene escluso.

Che intorno all’Osteria degli artisti ultimamente non ci fosse un clima sereno è dimostrato da diversi episodi: nei mesi scorsi, ad esempio, era andata a fuoco la serranda del locale. Costanza avrebbe avuto recentemente anche problemi finanziari al punto da non essere stato in grado di saldare l’affitto, ma poi rimessosi in carreggiata aveva pagato tutto.

Alcuni residenti hanno dichiarato che ‘strani personaggi’ da un po’ di tempo avevano iniziato a frequentare il ristorante. E all’elenco degli elementi da tenere in considerazioni, pure gli screzi che lo chef avrebbe avuto con un pizzaiolo napoletano che aveva assunto.

La vittima era nota nel quartiere dove è stato ucciso non solo per la sua attività di ristoratore, molto pubblicizzata sul web, ma anche per la parentela con Floriana Secondi, l’ex vincitrice del Grande Fratello, che ha sfogato il dolore e la rabbia per quanto accaduto in un post pubblicato sui suoi profili social: “Brutto bastardo! Togliere la vita a mio cugino, padre di quattro figli, sei un essere spregevole. Sparare in testa a freddo. Che Dio ti renda le tue azioni… ci sarà una giustizia terrena ma anche divina…”.

Lo chef Costanza

SPARANISE (gt) Da venerdì sera Fabio Giaccio si trova nel carcere Regina Coeli: la Procura di Roma gli contesta il reato di omicidio. Secondo gli inquirenti, sarebbe stato lui ad uccidere Emanuele Costanza, suo socio in affari e patron dell’Osteria degli artisti (nella foto). L’indagato ha già confessato il delitto ai poliziotti della Squadra Mobile. Non è la prima volta che il 43enne di Sparanise finisce in manette. Nel 2005, Giaccio fu arrestato dai carabinieri della Compagnia di Scalea, a Belvedere Marittimo, in provincia di Cosenza, poiché coinvolto in un’attività investigativa finalizzata a contrastare lo spaccio di droga sulla costa calabrese. A Giaccio vennero contestati i reati di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e di detenzione illegale di un’arma (un coltello). Fu trovato in possesso di 7 pasticche di ecstasy, 7 grammi di hashish, 2 di cocaina e 450 euro in contanti. Nel 2010 venne nuovamente arrestato con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio. Stando alla tesi iniziale degli investigatori, Giaccio, all’epoca 30enne, si rese protagonista dello smercio di narcotici nella villetta comunale di via Graziadei insieme ad un 25enne del posto. I carabinieri bloccarono entrambi con addosso dello stupefacente e attivarono delle perquisizioni che portarono al rinvenimento complessivo di 100 grammi di hashish e 700 euro in contanti. In relazione a questa vicenda di spaccio in Calabria, Giaccio ha rimediato una sentenza di condanna passata in giudicato. Per la vendita di narcotici a Sparanise, invece, la Cassazione annullò il verdetto di colpevolezza emesso dalla Corte d’appello senza rinvio. Giaccio lasciò la provincia di Caserta per spostarsi a Roma, dove l’altro ieri ha assassinato Costanza dopo il suo secondo arresto. La casa paterna si trova nel territorio di Francolise, ma la famiglia è sempre stata attiva socialmente a Sparanise. Il papà, Benedetto, è un ex consigliere comunale che, quando era amministratore, militava nel Pds. Il fratello Gennaro, invece, è l’ex presidente della Pro Loco che balzò agli onori della cronaca per la sua denuncia a Salvatore Martiello, quando era sindaco, che innescò un processo penale conclusosi con l’assoluzione del politico.

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