Pil, ristagno nel 2019 e crescita modesta. L’Ocse: “Disoccupazione ancora alta tra i giovani”

Foto LaPresse - Mourad Balti Touati 13/05/2018 Milano (Ita) - Via Filzi Cronaca Secondo giorno di vertice tra i leader Matteo Salvini e Luigi Di Maio per giungere ad un accordo di governo Nella foto: L'arrivo Di Luigi Di Maio con Stefano Buffagni

CASERTA – Ristagno del Pil nel 2019 e una modesta crescita, appena lo 0,6%, prevista per il 2020: resta alto l’allarme dell’Ocse per la situazione economica italiana. Secondo le previsioni dell’Economic Outlook presentato a Parigi le prospettive per i conti pubblici dell’Italia non sono affatto rosee. Secondo le stime il rapporto tra decifit/Pil dell’Italia aumenterà dal 2,4% raggiunto nel 2019 fino al 2,9%, previsto per l’anno 2020. A mettere in allarme è in particolare il tasso di disoccupazione, che ha sesso di diminuire, è resta alto tra giovani e donne.

Bassa crescita e spesa in aumento, l’Ocse: “Le politiche espansive coperta solo in parte”

L’impatto maggiore sul ristagno del Pil, secondo l’organo internazionale, è quello causato dalla manovra finanziaria del governo giallo-verde. Le misure previste, su un nuovo regime di prepensionamento e uno schema di reddito garantito più generoso prevedono misure nette pari allo 0,6% del Pil. “Politiche espansive che verranno compensate solo in parte da tagli alla spesa – è l’avvertimento dell’Ocse – Che saranno di almeno due miliardi, come concordato con la Commissione europea e maggiori imposte sul reddito d’impresa”. L’Ocse sembra però nutrire un certo scetticismo sulle ‘promesse’ del governo, che “farà attuare solo circa la metà dei previsti aumenti dell’Iva nel 2020, pari a circa l’1,3% del Pil in totale”. Una serie di congiunzioni che, a meno di un cambiamento radicale e sostanziale di “importanti mutamenti politici”, il rapporto deficit/Pil dovrebbe crescere ancora fino al 2,9% nel 2020.

Aumento del debito pubblico al 135%, allarme per il mancato aumento dell’occupazione

L’organizzazione con sede a Parigi sembra in parte soddisfatta dalla manovra. “Il previsto e sostanzioso aumento delle spese sociali aiuterà a ridurre la povertà. – si legge nello studio – La spesa sociale dovrebbe essere equa tra generazioni. Al tempo stesso dovrebbe promuovere anche la crescita dell’occupazione, in particolare tra donne e giovani”. Tuttavia il rapporto abnorme tra Pil e debito pubblico salirà fino al 135%. Tenendo in tal modo l’Italia in un perenne stallo, limitata nella scelta di politiche occupazionali e sociali. La disoccupazione, in particolare “ha smesso di diminuire e resta alta, soprattutto tra giovani e donne”.

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