Pisa: cori omofobi tra studenti Normale e Sant’Anna. Rettori: “Inaccettabile”

Doveva essere, come ormai da tradizione, una sfida a suon di gavettoni tra gli studenti di due delle più rinomante scuole di specializzazione in Italia, il Sant’Anna e la Normale di Pisa. Invece si è trasformato ben presto in uno scambio di insulti di stampo omofobo, cori denigratori e offensivi.

Foto Bianchi/Lo Debole -

PISA – Doveva essere, come ormai da tradizione, una sfida a suon di gavettoni tra gli studenti di due delle più rinomante scuole di specializzazione in Italia, il Sant’Anna e la Normale di Pisa. Invece si è trasformato ben presto in uno scambio di insulti di stampo omofobo, cori denigratori e offensivi. Tutto è iniziato sabato sera, quando due nutriti gruppi di studenti, quelli del Sant’Anna da una parte e quelli della Normale dall’altra, hanno prima sfilato per le vie della città, poi si sono dati appuntamento nel piazzale di via Paparelli. Lì, dopo un anno di stop dovuto alla pandemia, si è tenuta quella che ormai è una tradizione tra le due scuole: una sfida, goliardica, incentrata sul lancio di palloncini pieni d’acqua. Ma la battaglia (per la cronaca, vinta dal Sant’Anna) è ben presto passata in secondo piano quando, da una parte e dell’altra, sono cominciati a volare pesanti insulti, fino ad arrivare a veri e propri cori di stampo omofobo: in particolare, stando alle testimonianze, dalla fazione del Sant’anna.

Sul caso sono intervenuti, nel tardo pomeriggio di lunedì, i due direttori delle due scuole: la rettrice della scuola Sant’Anna, Sabina Nuti, e il direttore della scuola Normale, Luigi Ambrosio. “Siamo dispiaciuti per quanto successo in una serata che doveva essere vissuta in clima gioioso e di conoscenza reciproca”, scrivono in una nota congiunta. “A nome delle nostre comunità – aggiungono Nuti e Ambrosio – sottolineiamo come quanto accaduto sia inaccettabile, come peraltro ogni comportamento teso a offendere e ledere la dignità e il rispetto dovuto a ogni persona, dentro e fuori le nostre istituzioni. La goliardia deve adeguarsi nei contenuti e nei modi ai tempi attuali. Le tradizioni – concludono – sono belle se servono a costruire un futuro migliore, più inclusivo e ai valori della nostra costituzione e dei nostri codici etici”.

Anche i rappresentanti degli studenti delle due scuole prendono le distanze da quanto accaduto, parlando di episodi dovuti all’intemperanza di singole persone. “Condanniamo le iniziative individuali al di fuori della battaglia, concepita come manifestazione amichevole che non prevede vincitori e vinti, e della sua regolamentazione: non riflettono lo spirito di una sana competizione né delle due comunità, ma si sono piuttosto generate in un momento di concitazione”, scrivono. “Al di fuori del contesto goliardico in cui si inserisce anche la battaglia di gavettoni – precisano i rappresentanti studenteschi dei due istituti – i rapporti tra le due scuole sono e rimangono distesi e collaborativi tanto a livello del corpo allievi, quanto istituzionale. Riconosciamo che, anche se in un contesto goliardico possono risultare come tradizionali, un certo linguaggio e una certa prassi non sono accettabili né reiterabili. Entrambe le comunità si sono sempre spese e impegnate nella promozione di iniziative volte alla sensibilizzazione circa tematiche di genere e diritti LGBTQI+, sia all’interno che all’esterno delle Scuole stesse”. Gli studenti, infine, prendono un impegno comune, quello di “intensificare un confronto sinergico e sistematico, già iniziato negli ultimi anni, nell’ottica di un ripensamento critico di questi momenti goliardici, affinché non si perda una storica tradizione delle due Scuole e, in futuro, possa essere un’occasione amichevole per riaffermare i principi fortemente condivisi in un clima di rispetto e distensione”.

di Marco Pomella

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