NAPOLI – Combattere la siccità e sprecare meno risorse idriche. Parte dalla Toscana un’ordinanza destinata a fare scuola in tutto in Paese e non solo. L’Acquedotto del Fiora, che opera principalmente tra le province di Siena e Grosseto, ha annunciato una stretta sull’utilizzo di acqua potabile nelle piscine delle strutture ricettive per contrastare la grave crisi idrica. Per salvaguardare le risorse garantire il pubblico servizio, rabbocchi e riempimenti delle piscine ad uso pubblico non saranno autorizzati nel periodo estivo, ovvero dal mese di giugno fino a settembre e, per tale motivo, non potranno essere accolte le richieste di riempimento arrivate all’acquedotto dopo il 12 maggio. Di fatto a l’acqua con cui si riempirà la piscina a fine maggio, dovrà restare la stessa fino ad ottobre, senza possibilità di approvvigionamento dall’acquedotto pubblico per il consueto rabbocco o riempimento. Il regolamento dell’Acquedotto dispone poi che è vietato utilizzare l’acqua potabile erogata da pubblico acquedotto per: prelievi da fontane per usi diversi da quelli potabili e igienici, comunque non oltre 70 litri al giorno per ogni utente, l’irrigazione di orti e giardini con superficie superiore a 500 metri quadrati, l’innaffiamento e l’irrigazione superfici adibite ad attività sportive, per alimentare impianti di climatizzazione e impianti di qualsiasi altro tipo e per il lavaggio delle fosse biologiche.
Il Paese che usa più acqua
Le problematiche che si presentano durante tutto il ciclo dell’acqua minano i progressi su tutte le principali questioni globali, dalla salute alla fame, dall’uguaglianza di genere al lavoro, dall’istruzione all’industria, dai disastri alla pace. L’Istat per la Giornata internazionale dell’Acqua del 22 marzo scorso ha realizzato un focus tematico sulle statistiche dell’acqua riferite al territorio e alla popolazione. Il prelievo di acqua per uso potabile con 9,2 miliardi di metri cubi si mantiene il più alto in Europa, e in buona parte (2,80 miliardi; il 30,5%) avviene nel distretto idrografico del fiume Po, mentre le perdite idriche in distribuzione raggiungono una quota del 42,2% dell’acqua immessa in rete.
Perdite idriche
Non tutta l’acqua che preleviamo viene messa in rete. I volumi complessivi movimentati nelle reti comunali di distribuzione dell’acqua potabile diminuiscono di circa un punto percentuale, mentre le perdite in distribuzione non presentano variazioni significative (oltre il 40%) confermando lo stato di inefficienza di molte reti comunali di distribuzione dell’acqua potabile. Le perdite rappresentano uno dei principali problemi per una gestione efficiente e sostenibile dei sistemi di approvvigionamento idrico e la quantità di acqua dispersa in rete rappresenta un volume molto consistente, quantificabile in 157 litri al giorno per abitante.
I consigli green
Legambiente ha presentato un decalogo con le azioni per migliorare la gestione della risorsa idrica in città. La prima è approvare in tutti i Comuni Regolamenti edilizi con obblighi di recupero, riutilizzo e risparmio dell’acqua, servono poi criteri ambientali minimi per migliorare la gestione idrica attraverso gli appalti pubblici. Al terzo punto troviamo infrastrutture e tetti verdi, vantaggiosi per la cattura e il trattamento dell’acqua piovana. Altra regola è il riuso, recupero e riciclo. Al quinto posto l’ammodernamento della rete idrica per evitare le perdite di rete e gli sprechi, in sesta posizione troviamo efficientare la depurazione delle acque reflue urbane, per il loro completo riutilizzo in settori strategici, come l’agricoltura. Il settimo punto riguarda l’innovazione tecnologica da utilizzare per numerosi scopi, dal monitoraggio delle risorse al tracciamento delle perdite di rete. All’ottavo posto c’è rifornire i corpi idrici e i loro ecosistemi, scaricando solo quello che può essere assorbito dall’ambiente naturale, riducendo gli apporti idrici e garantendone la qualità. Al nono punto la modularità dei sistemi, garantendo opzioni multiple di risorse, trattamento, stoccaggio, convogliamento. Infine occorre essere preparati agli eventi estremi, coinvolgendo i cittadini nella gestione sostenibile delle risorse idriche urbane e nella sensibilizzazione alla comprensione dei rischi e opportunità.
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