Pizza in casa con il lievito madre

L’ingrediente green per preparare focacce è fatto di alimenti ‘riciclati’

CASERTA – Bar, ristoranti e pizzerie sono chiusi in tutta Italia. L’emergenza coronavirus cambia le nostre azioni quotidiane, soprattutto il nostro vivere nella società. Le uscite serali sono negate, almeno fino al 3 di aprile. In questo quadro sconfortante è possibile riportare tra le mura domestiche, per quanto possibile, ciò che siamo abituati a fare fuori casa, nel fine settimana. Mangiare una pizza sì può, e anche a costi più bassi rispetto a quelli delle pizzerie. In tal senso ci viene in aiuto anche la filosofia green, che tende al recupupero degli alimenti destinati alla pattumiera. Tra i prodotti ecosostenibili c’è senza dubbio il lievito madre, che si realizza con acqua e farina, abbinate a una mela, oppure a malto, zucchero, miele, o a uno yogurt, anche scaduto. Il lievito madre, a differenza del lievito di birra, può contare sulla fermentazione indotta da diverse specie di batteri lattici che dovrebbero garantirne una maggiore digeribilità, crescita e conservazione del prodotto.

LA PREPARAZIONE DEL LIEVITO MADRE

Per preparare il lievito madre basta versare in una ciotola 200 grammi di farina e aggiungete 100 millilitri di acqua a poco a poco (primo giorno). Per accelerare la preparazione del lievito si consiglia di aggiungere batteri lattici esogeni e zuccheri, elementi chiave per consentire la crescita spontanea dei lieviti, come lo yogurt. Bisogna mescolare con un cucchiaio e poi impastare con le mani fino ad ottenere una pallina di impasto abbastanza morbida. L’impasto va coperto, sulla ciotola va messo un telo da cucina leggermente inumidito. Il panno inumidito serve ad evitare che sulla superficie dell’impasto si formi una crosticina ruvida e scura. Nel caso in cui si dovesse formare bisogna eliminarla delicatamente prima di passare al rinfresco successivo. La scodella va poi conservata a temperatura ambiente fino al giorno successivo. Il consiglio è di utilizzare una ciotola trasparente per tenere sotto controllola lievitazione dell’impasto. Quando saranno passate 24 ore dal primo impasto (durante il secondo giorno), bisogna aggiungere all’impasto nella ciotola 100 grammi di farina e 50 millilitri d’acqua. Impastare e lasciarlo riposare ancora per un giorno. Il terzo giorno va eseguito un nuovo rinfresco con 50 grammi di farina e 30 millilitri circa di acqua per rendere il tutto facilmente lavorabile ma non troppo liquido. Questa operazione andrà poi ripetuta a giorni alterni per alnmeno 15 giorni. Quando si utilizzerà per la preparazione degli impasti, dopo il rinfresco metà della pasta madre andrà messa nel barattolo e l’altra metà dovrà raddoppiare il proprio volume e poi potrà essere usata per impastare un qualsiasi tipo di lievitato. Sarà necessario tenere la pasta madre a temperatura ambiente per un’ora dopo il rinfresco e solamente dopo potrà essere riposta in frigorifero.

PIZZE E FOCACCE PRELIBATE

Le pizze e le focacce sono ancora più buone quando vengono prepate in casa con il lievito madre. Questo perché la lievitazione avviene in maniera naturale, lenta e lunga, per ottenere un impasto molto più digeribile. Con questa perla ecologica si possono preparare sia pizze croccanti che pizze alte, grissini e snack croccanti. Lo stesso discorso vale ancheper le focacce, che poi possono essere condite e farcite con i nostri ingredienti preferiti.

CONTRO LO SPRECO ALIMENTARE

Il lievito madre non è soltanto un prezioso aiuto per preparare il pane in casa o una variante saporita per le ricette ma è soprattutto uno stile di vita, compatibile con la filosofia green. Ci insegna a riscoprire il piacere del saper fare, a prenderci cura delle risorse che abbiamo a nostra disposizione, a non sprecare e a tenere sempre da parte una piccola scorta per il futuro.La pasta madre è uno dei simboli più importanti dell’economia del dono, del baratto e dell’autoproduzione. Grazie al lievito madre si riscopre la tradizione, fatta di recupero e pazienza, rispetto dei prodotti e amore per il cibo. Valori troppo spesso dimenticati in un’economia consumistica volta allo spreco.

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