ROMA – “Se il nostro è il Paese che ha conquistato una mole ingente di risorse del New Generation Eu si deve soprattutto alla necessità di recuperare il gap nord-sud: questo obbliga l’intera filiera istituzionale a garantire tutte le condizioni perché ogni territorio del Mezzogiorno, ogni singolo Comune, siano nelle condizioni di utilizzare al meglio le risorse. Una regola che vale anche per le Amministrazioni centrali perché la clausola dell’almeno 40 per cento destinato al Sud esplichi pienamente tutta la sua efficacia”.
Così la Vm alle Infrastrutture e Mobilità sostenibili Teresa Bellanova stamane nel video intervento al XIII Congresso Regionale Cisl “Costruiamo insieme la Puglia di domani.
“Significa”, ha proseguito Bellanova, “non accontentarsi solo delle contabilità tecniche ma costruire e rafforzare le condizioni perché non un solo euro di quelli destinati al Mezzogiorno e alla Puglia, in questo caso, vada perduto, distratto, distolto. E soprattutto che ogni euro investito sia nella condizione di produrre almeno il doppio. Significa riuscire a siglare un’alleanza fortissima tra tutti i corpi sociali, e tra questo ovviamente il ruolo della rappresentanza sindacale è evidente, di vigilanza e impegno nella direzione necessaria.
Su questo, la Prima relazione sulla destinazione al Mezzogiorno delle risorse Pnrr elaborata dal Dipartimento coesione in base ai dati al 31 gennaio scorso può offrire elementi interessanti”.
Quanto allo scenario più generale, “E’ vero, lo ha detto il Presidente Draghi, non siamo ancora in un’economia di guerra”, ha sottolineato Bellanova, “ma è altrettanto vero: i contraccolpi di questa guerra, che ci auguriamo possa concludersi rapidamente con una pace soddisfacente per entrambe le parti, sono inquietanti mentre si impone con forza il tema dei ritardi che hanno impedito da un lato e bloccato dall’altro per decenni la crescita nel nostro Paese.
Mi riferisco, anche per essere questioni che considero ineludibili, al forte legame che intercorre tra politiche industriali, autosufficienza energetica, diversificazione delle fonti di approvvigionamento e alla centralità della logistica, ovvero cura del ferro / sistema della portualità / intermodalità e interoperabilità, per il rilancio della leadership del nostro Paese nel Mediterraneo.
Rilancio in cui le ZES possono e devono giocare un ruolo di straordinaria rilevanza, facendo anche tesoro del troppo tempo perduto. Il loro sviluppo è fondamentale per nuovi insediamenti produttivi e per un’ottimizzazione della logistica connessa alle attività portuali e voglio sperare che tutte le realtà in cui insistono abbiano ben presente la strategia che le orienta e che per il Mezzogiorno costituisce una sfida che deve essere vinta.
Entro il 31 marzo prossimo aspettiamo dai Commissari straordinari l’invio ai nostri Uffici competenti dell’analisi ambientale delle opere secondo il principio del “non arrecare danni significativi all’ambiente” e delle iniziative che intenderanno adottare per favorire l’inclusione di giovani e donne nella progettazione e nella realizzazione degli interventi. Un primo importante banco di prova”.
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