Poggioreale, case occupate dalla camorra. Cavi elettrici tagliati negli alloggi per costringere gli occupanti a uscire

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Maria Licciardi ed Edoardo Contini

NAPOLI – L’Alleanza di Secondigliano avanza verso il centro della città. Le estorsioni per controllare il territorio e affermare la supremazia. Ma non solo. C’è il controllo dei rioni popolari tra i principali obiettivi. Secondo segnalazioni raccolte dalle forze dell’ordine, emissari dell’Alleanza stanno tagliando i cavi della corrente elettrica nelle palazzine popolari, accade anche al rione del- la Bussola. L’obiettivo sarebbe costringere gli abitanti a lasciare le case per poi occupare gli alloggi. Chi resta senza energia elettrica può fare ben poco, soprattutto in questo periodo dell’anno, quando le temperature toccano punte di 40 gradi. Il primo passo è lasciare l’appartamento in attesa del ripristino ed è qui che scattano le occupazioni abusive. Ma non sempre i tentativi vanno a buon fine. Le denunce presentate alla polizia hanno fatto scattare servizi in borghese nell’isolato, anche per raccogliere informazioni utili alle indagini. L’ultimo episodio è accaduto al rione della Bussola e sono in corso indagini della squadra mobile della questura e dei carabinieri.

Le ultime informative della questura e le inchieste della magistratura rivelano un allarmante scenario nel quartiere Poggioreale e nell’area nord della città, dove l’Alleanza di Secondigliano starebbe ordinando estorsioni a tappeto per rimpinguare le proprie casse. Decine di denunce sono giunte al commissariato e alla Mobile da parte di commercianti del corso Secondigliano. Gli investigatori sospettano che il maxi “cartello” composto dai clan Licciardi, Mallardo e Contini abbia un urgente bisogno di liquidità, e il modo più rapido per ottenerla sia il ‘pizzo’. Per questo motivo, i clan avrebbero stretto patti di non belligeranza nell’area nord di Napoli. In base a questi accordi, i Licciardi controllerebbero l’intero lato sinistro del quartiere Secondigliano, mentre la Vanella Grassi gestirebbe il lato destro, per evitare pericolose sovrapposizioni e scontri territoriali.

Le indagini della magistratura prendono il via proprio dalle denunce delle vittime, che non sono solo commercianti, ma anche imprendi- tori. Pochi giorni fa la polizia ha arrestato due persone con l’accusa di estorsione, aggravata dal metodo mafioso, ai danni di un consulente finanziario di Olbia. L’operazione è scattata in seguito a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. I due utilizzando chiare metodologie mafiose, avrebbero costretto il consulente finanziario
a consegnare ingenti somme di denaro, per un totale di almeno 150mila euro. Per rendere più efficaci le loro minacce, avrebbero apertamente vantato la loro appartenenza al clan Licciardi, storica organizzazione radicata alla Masseria Cardone a Secondigliano. Il clan è
parte integrante del “cartello” dell’Alleanza di Secondigliano, o “Sistema”, che include anche altre famiglie come i Contini del Vasto e i Mallardo (territorio di Giugliano e comuni limitrofi).

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