Ponte Morandi, nove arresti per i falsi report sui viadotti

Nove misure cautelari nell'ambito dell'inchiesta bis sul ponte Morandi. I vertici di Autostrade e Sprea avrebbero alterato i report sullo stato di salute dei viadotti

Explosive charges blow up the eastern pylons of Genoa's Morandi motorway bridge on June 28, 2019 in Genoa. - Some of the remains of Genoa's Morandi motorway bridge are set to be destroyed on June 28 almost eleven months after its partial collapse during a storm killed 43 people and injured dozens. (Photo by Vincenzo PINTO / AFP)

GENOVA – Falsi dossier, ammorbiditi sulle condizioni di strade e viadotti. Continua a far scattare manette l’inchiesta sul crollo del ponte Morandi di Genova. Sono nove le misure cautelari emesse nell’ambito dell’inchiesta bis riguardante i report di cinque viadotti gestiti da Autostrade per l’Italia. L’inchiesta bis si affianca a quella principale, partita dopo il crollo del ponte Morandi, che il 14 agosto 2018 h causato la morte di 43 persone. La guardia di finanza di Genova sta ora eseguendo le misure firmate dal gip Angela Nutini, chieste dal pubblico ministero Walter Cotugno. Sono state eseguite anche altre misure interdittive.

Gli arresti

Due delle misure cautelari riguardano uomini di Autostrade e sei la Spea, che si occupa di monitoraggio e controlli della rete autostradale. Tre persone sono ai domiciliari. Fra i nomi coinvolti nell’operazione ci sono Francesco Paolo D’Antona, Gaetano Di Mundo, Gianni Marrone, Pierluigi Ceneri, Lucio Ferretti Torricelli, Massimiliamo Giacobbi e Luigi Vastola. Sono finiti ai domiciliari Giacobbi (Spea), Marrone (direzione VIII tronco) e Torricelli Ferretti (direzione VIII tronco). Sospensione dai pubblici servizi per 12 mesi per tecnici e funzionari di Spea e Aspi: Ceneri, Indovino, Vastola, Di Mundo, D’antona e Salcuni.

L’inchiesta bis

Secondo l’accusa del pubblico ministero dopo la tragedia di Genova i tecnici di Autostrade e Spea avrebbero continuato ad alterare i risultati delle misurazioni sullo stato di salute di ponti e viadotti oggetto dell’inchiesta. Ancora, secondo i magistrati, i manager ai vertici delle due società sapevano della presunta falsificazione dei report compilati sulle condizioni dei viadotti. A volte sarebbero stati cambiati dopo le riunioni con il supervisore Ceneri, in altri casi sarebbe stato Ceneri stesso ad alterarli senza consultarsi con gli altri. Il blitz rientra nell’ambito dell’inchiesta parallela a quella principale sulle cause del crollo di ponte Morandi. Le indagini riguardano i controlli su altri viadotti della rete di Autostrade: in particolare il viadotto Pecetti, sulla A26 Genova-Gravellona Toce, e il viadotto Paolillo, sulla Napoli-Canosa.

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