Prof accusata di violenza sessuale: “Sono innocente e lo dimostrerò”

Per l'accusa, però, attribuire al 14enne la paternità del neonato potrebbe essere stato l'estremo tentativo di tenerlo legato a sé

PRATO – C’è chi dice fosse innamorata, chi che abbia inventato tutto per levare indissolubilmente a sé il ragazzino. Intanto si è detta pronta a effettuare l’esame del Dna la professoressa che è stata indagata per violenza sessuale ai danni di un 14enne e che cinque fa mesi ha dato alla luce un bambino.

La difesa della donna accusata di violenza sessuale

La donna, che si è recata in Questura accompagnata dal marito, è sembrata paradossalmente serena, convinta di dimostrare la sua innocenza. Ha infatti dichiarato di “non avere nulla da nascondere” quando, peraltro, si è definita una “mamma felicissima dopo aver scelto di tenere il piccolo”. Il legale della famiglia del 14enne ha invece sostenuto che, in base a questi atteggiamenti e a quanto dichiarato dalla donna, “la docente era chiaramente innamorata del ragazzino”. Ecco che si aprono le porte di un caso montato ad arte per legare a sé con un cordone indistruttibile quel ragazzino. Secondo l’avvocato Roberta Roviello, il legale che in questa assurda storia assiste il 14enne, “forse una paternità inventata potrebbe anche essere stato l’ultimo, disperato espediente della donna per incatenare il minore alla sua vita. Solo un’ipotesi, per il momento”.

Ipotesi e indagini

Già, solo un’ipotesi in un mare di punti interrogativi che ancora aleggiano sulla vicenda. La donna, però, continua a professare la sua innocenza: “Lo dimostrerò – ha detto la docente – Quella mossa contro di me è un’accusa terribile. Sono scioccata e non vedo l’ora di essere interrogata per chiarire tutto con i magistrati. Sono innocente e lo dimostrerò”. Da qui il desiderio di recarsi a compiere il test del Dna peraltro in compagnia del marito. Lei che, all’epoca della denuncia da parte dei genitori, stava con quel ragazzino per dargli ripetizioni di inglese e che, secondo quanto dichiarato dalla famiglia 14enne, “lo voleva sempre con sé”. Le indagini proseguono, le risposte da dare sono ancora tantissime.

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