ROMA – Sulle proteste anti-rom di Torre Maura, a Roma, la procura apre un fascicolo per danneggiamenti e minacce aggravati dall’odio razziale. Mentre monta la polemica politica e il Campidoglio non esclude provvedimenti disciplinari contro chi ha gestito l’intera vicenda.
Proteste a Torre Maura, la linea della sindaca Raggi
La sindaca giustifica la scelta fatta nella notte di spostare le persone in altre sedi: “Sono intervenuta per evitare che la situazione degenerasse – spiega -. C’era un clima molto pesante, anche perché il quartiere di Torre Maura è stato gravato per tanti anni da problematiche e pressioni sociali”. Poi prosegue: “Non possiamo cedere all’odio razziale, non possiamo cedere contro chi continua a fomentare questo clima e continua a parlare alla pancia delle persone. E mi riferisco prevalentemente a Casapound e Forza Nuova”.
La gestione dei rom è l’ennesima grana per una prima cittadina già all’angolo su più fronti. Dai rifiuti ai mezzi pubblici, per non parlare delle inchieste giudiziarie che di recente hanno colpito il Comune.
Salvini e Meloni all’attacco
Le opposizioni hanno gioco facile nel chiedere, Pd in testa, le dimissioni della giunta, mentre il vicepremier Matteo Salvini torna alla carica. “No allo scaricare sulle periferie ogni genere di problemi”, e ribadisce il “suo obiettivo”: “zero campi rom entro la fine del mio mandato da ministro”.
Sulla vicenda va all’attacco anche Giorgia Meloni: “Raggi fa esplodere un’altra bomba sociale. Ai due centri di accoglienza per immigrati già presenti ne aggiunge uno per rom. I cittadini protestano ma per il M5S l’emergenza è il ‘razzismo’”.
Il clima resta teso
Intanto, sul trasferimento delle 60 persone dalla struttura di via Toraldo a quella di via dei Codirossoni, il clima nel quartiere resta teso nonostante il Campidoglio abbia assicurato di aver deciso di ricollocare altrove, entro sette giorni, tutte le persone presenti nella struttura. Che la situazione sia stata gestita male fin dal principio la sindaca lo sa bene, tanto che non esclude provvedimenti disciplinari nei confronti degli uffici amministrativi che hanno gestito il tutto in modo “inqualificabile”. Anche perché, fanno sapere fonti di Palazzo Senatorio, lo hanno fatto senza alcun input politico.
(LaPresse/di Alessandra Lemme)