Quirinale, Macron-Mattarella-Draghi: la foto simbolo di un Ue che cambia

Macron che stringe la mano, intensamente, a Mattarella, lo porta al centro tra lui e Draghi e poi quella 'catena' che lo stesso inquilino del Colle chiude, per unire Francia e Italia.

(AP Photo/Domenico Stinellis, Pool)

ROMA – Macron che stringe la mano, intensamente, a Mattarella, lo porta al centro tra lui e Draghi e poi quella ‘catena’ che lo stesso inquilino del Colle chiude, per unire Francia e Italia. E’ la foto simbolo della firma del Trattato del Quirinale che va oltre anche lo stesso patto e custodisce nello stesso scatto il futuro dell’Europa e dell’Italia. E’ il giorno dell’ufficializzazione dell’intesa, che ha cominciato a prendere forma nel 2018 con l’allora premier, Paolo Gentiloni, e che ha subito diversi stop and go – tra i quali l’incidente diplomatico sfiorato nel 2019 con Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista a sostegno dei Gilet gialli -. Il patto intergovernativo, lasciato in un cassetto per diversi anni, ha poi ripreso vigore e si è concretizzato sulla spinta dell’ex capo della Bce ora alla guida del governo italiano.

Una foto potentissima a livello politico, che conferma un nuovo posizionamento dell’Italia nello scacchiere europeo, non solo per l’uscita di scena di Angela Merkel. Il patto “per una cooperazione bilaterale rafforzata” sancisce infatti un asse – quello tra Italia e Francia – capace di guidare l’Europa nella nuova era di lotta al Covid e il suo post, ma anche verso una Unione più forte e integrata, capace di gestire le sfide comuni. Non solo. Il gesto del presidente francese a telecamere accese, che con decisione porta Mattarella – fino a quel momento alle spalle di Macron e Draghi – al centro della scena, dice sicuramente molto su come l’Europa guarda al prossimo appuntamento italiano: l’elezione del nuovo presidente della Repubblica.

E non è l’unica foto che segnerà il settennato dell’inquilino del Colle, presidente che si è distinto per quei silenzi ragionati e sempre efficaci. Cercando su Google ‘foto simbolo Mattarella’, appare in primo piano lo scatto del capo dello Stato mentre, da solo, sale la scalinata dell’Altare della Patria per rendere omaggio alle vittime di tutte le guerre. Era il 25 aprile dello scorso anno, in pieno lockdown, con Roma deserta, come il resto dell’Italia, che guarda al presidente della Repubblica, con la mascherina, mentre omaggia il Milite ignoto. La scorta è ridotta al minimo, non ci sono le alte cariche dello Stato ad accompagnarlo, in ossequioso rispetto nei confronti di un’Italia che combatte la sua guerra contro il Covid. E basta andare poco indietro, a febbraio 2020, quando Mattarella visita in forma privata il “Daniele Manin”, nel quartiere Esquilino, scuola che si contraddistingue per la sua multiculturalità, con una forte presenza di bambini cinesi. Un gesto simbolico, più forte di mille parole, contro il pregiudizio e la discriminazione, proprio quando il virus era ancora denominato come ‘cinese’, provocando attacchi proprio alla popolosa comunità presente a Roma.

E’ sempre contro la pandemia, al fianco degli italiani, che sui social fa il giro dello scatto di Mattarella mentre si vaccina allo Spallanzani di Roma. Seduto nella sala d’aspetto dell’Istituto, come un comune cittadino, il capo dello Stato fa da esempio nella campagna vaccinale e mette fine alle polemiche su eventuali ‘raccomandati’ che saltano la fila per immunizzarsi.

Oltre a quelle in pandemia, ci sono tante immagini che racchiudono l’essenza del settennato. Mattarella con il casco antinfortunistica del Vigili del fuoco che visita, il 28 agosto 2017, le zone terremotate di Ischia. E poi la storica stretta di mano con il presidente Pahor di fronte la foiba di Basovizza, a Trieste. Un gesto di pace di riconciliazione, tappa fondamentale nei rapporti tra Italia e Slovenia. E’ tuttavia il frame che ritrae il capo dello Stato nell’esultanza per il gol dell’Italia nella finale degli Europei contro l’Inghilterra, l’11 luglio scorso, a restare impressa nella mente degli italiani. Una euforia contenuta, che racchiude tuttavia, un inno alla libertà e alla vittoria dopo mesi di chiusure e paure. La Nazionale di calcio che vince e porta il Paese sul podio più alto dell’Europa è una soddisfazione per tutti, e Mattarella ne il simbolo della gioia.

Di Donatella Di Nitto

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