Radio Radicale nel baratro: non passa la proroga della convenzione

Bocciato l'emendamento sulla proroga di 6 mesi per la convenzione con l'emittente. Radio Radicale è a un passo dalla chiusura

Foto LaPresse/Emiliano Albensi

ROMA – Tenere aperta Radio Radicale sembra un’impresa tristemente impossibile. Le speranze si assottigliano sempre di più, nonostante le battaglie e gli appelli trasversali delle forze politiche. Oggi al voto sugli emendamenti al dl Crescita che prevedevano la proroga della convenzione per l’emittente sono stati dichiarati inammissibili.

Le presidenze delle commissioni Bilancio e Finanze della Camera hanno bocciato l’emendamento di Massimiliano Capitanio della Lega, che proponeva una proroga di 6 mesi, con una copertura di 3,5 milioni di euro. Niente proroga e chiusura sempre più vicina. In totale sono stati 540 gli emendamenti bocciati durante l’esame. I gruppi hanno tempo fino alle 14,15 per presentare i ricorsi. Poi si voterà dal 28 maggio, dopo l’appuntamento con le Europee.

La convenzione

Scade oggi la convenzione dello Stato con Radio Radicale. Il governo giallo-verde aveva già annunciato di non volerla rinnovare. Una misura che si inserisce nei tagli all’Editoria voluti fortemente dal Movimento 5 Stelle. L’azzeramento dei fondi colpisce gli editori puri e le cooperative di giornalisti, le piccole testate locali non finanziate dai colossi dell’industria che acquistano grossi spazi pubblicitari sui ‘giornaloni’ nazionali. Informazione libera che ha dato voce alle battaglie dei cittadini, come quelle realizzate proprio da Radio Radicale. Giornali che hanno bisogno dei contributi statali per sopravvivere. I fondi all’Editoria saranno progressivamente ridotti fino alla loro abolizione. Il primo taglio è del 25% nel 2019, poi del 50% nel 2020 e del 75% nel 2021, fino a che nel 2022 saranno azzerati del tutto.

La battaglia per Radio Radicale

L’iniziativa della Lega di prolungare per sei mesi la convenzione è stata stoppata. La convenzione concedeva a Radio Radicale un finanziamento e l’autorizzazione a trasmettere in diretta le sedute parlamentari. Filippo Sensi del Pd ha annunciato il ricorso. Intanto prosegue la protesta di Roberto Giachetti, deputato del Pd, che dopo 83 ore di sciopero della fame e della sete, è stato ricoverato in ospedale.

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