MILANO – Il day after del via libera della Consulta a cinque quesiti sulla giustizia porta Matteo Salvini e, a stretto giro, Antonio Tajani a spingere per un accorpamento tra le elezioni amministrative e il voto per il referendum. Un election day all’insegna del risparmio di risorse e, perché no, anche un modo per combattere un’altra ondata di astensionismo dopo l’esperienza delle elezioni nelle grandi città dell’anno scorso.
Saranno 25 i capoluoghi di provincia al voto, da Genova a Palermo, passando per Verona. “Se vogliamo risparmiare 200 milioni, si potrà accorpare alle amministrative, ma sceglierà il Governo”, lancia la palla il leader della Lega in conferenza stampa nella sala Salvadori della Camera. Poco dopo dalla sede di Forza Italia, il coordinatore nazionale azzurro, Antonio Tajani, gli fa eco: “Il buonsenso ci spinge a dire di votare in un election day con le amministrative” della prossima primavera, per cui non c’è ancora una data in calendario ma è probabile che siano fissate fra metà maggio e inizio giugno.
Sulla bocca di Salvini, dopo settimane complicate, è tornato il sorriso. “È una bella giornata. Saranno belle settimane di confronto sul merito. Chi ritiene che la giustizia sia ottimale così com’è può votare No per confermare lo status quo”, ma “questi referendum sono da oggi patrimonio di tutti. Contiamo che nessuno giochi contro”, dice ancora il segretario del Carroccio. Che nel pomeriggio, in compagnia di Roberto Calderoli, ha incontrato gli esponenti del Partito Radicale, Maurizio Turco e Irene Testa, per preparare la campagna elettorale.
L’idea lanciata dalla ministra azzurra Mariastella Gelmini di far nascere “da subito” dei comitati unitari per il Sì con l’obiettivo che il centrodestra si ritrovi “nel sostegno unitario” appunto ai referendum sulla giustizia, però, viene rispedita al mittente. “Non penso a comitati per il Sì del centrodestra, perché sono quesiti di tutti. Mi aspetto il Sì anche del M5S”, la risposta di Salvini. E non solo. Fratelli d’Italia ha annunciato comitati per il No su alcuni quesiti referendari sulla giustizia? “Benissimo, a me interessa che la gente si informi e vada a votare. Poi con FdI saremo alleati in tutta Italia se su uno o due quesiti la pensiamo in maniera diversa viva la libertà”, taglia corto Salvini.
I malumori nel centrodestra si intrecciano, quindi, con la campagna referendaria. Anche il ministro per la Pa, Renato Brunetta, sposa la causa della nascita di comitati unitari per il Sì, dopo aver segnalato che “saremo in prima linea nella campagna referendaria e mi auguro che questo impegno sia posto al centro dell’agenda del centrodestra”. Dal canto suo, Tajani davanti ai microfoni parla chiaro: “Se la riforma della giustizia si può fare bene e in tempi rapidi, meglio. Altrimenti si voteranno i referendum”.
Forza Italia farà campagna per il Sì, è pronta al dialogo ma su alcuni principi, a partire dalla separazione delle funzioni, non transige. Intanto, nell’altra metà campo, la presidente dei senatori del Pd, Simona Malpezzi, sbotta: “Salvini fa parte di una maggioranza che in questi mesi ha portato a casa la riforma del processo penale e di quello civile, e ora sta lavorando a quella del Csm. Quindi anche Salvini dovrebbe sentirsi protagonista di questo processo riformatore di tutta la riorganizzazione della giustizia e la Lega dovrebbe lavorare in questo senso, invece di fare propaganda e usare un tema sensibile come questo in modo strumentale”.(LaPresse)