NAPOLI – Il Natale è ormai archiviato, lo scambio dei doni si è concluso in molti casi con successo, ma è possibile che sotto l’albero sia arrivato qualcosa di non gradito. Riciclare i regali è una pratica che ha sempre rappresentato un tabù ma, negli ultimi anni, l’etica ambientalista l’ha sdoganata. Si chiama ‘regifting’ ed è una pratica sempre più diffusa anche nel nostro Paese. Vediamo di cosa si tratta e come metterla in atto.
REGIFTING
Il regifting differisce dal semplice donare in quanto i beni non vengono acquistati in negozio, ma sono offerti ad altri, prevalentemente a loro insaputa. Spesso i motivi sono principalmente di beneficenza, ma è inclusa anche la donazione di oggetti che sono in eccesso rispetto ai propri bisogni, o che non rientrano nei propri gusti. Il regifting si riferisce anche all’atto di regalare doni indesiderati come un modo per smaltirli. Meglio infatti non accumulare l’inutile e cercare di dare nuova vita a doni che non useremo mai. In questo modo eviteremo di sovraccaricare l’industria del trattamento dei rifiuti e rimettere in circolo beni già prodotti, che non richiedono ulteriore impiego di energia per arrivare sul mercato. La regola d’oro è non buttare: il regalo non gradito sarà sicuramente apprezzato da qualcun altro. Una volta individuato i destinatario perfetto riciclare i regali potrebbe sembrare semplice, ma non lo è. Per farlo occorre seguire una serie di regole.
EVITARE GAFFE
Il regifting va fatto con attenzione per evitare spiacevoli gaffe. Per prima cosa quando riceviamo un regalo non gradito ricordiamoci di segnare su un foglio chi ce lo ha donato per non rischiare di riconsegnarlo al mittente. La seconda regola è che il primo donatore e l’ultimo ricevente non devono conoscersi: il rischio è una figuraccia memorabile. Bisogna fare attenzione a far sparire cartellini, biglietti di auguri o dediche, soprattutto stiamo bene attenti dal frontespizio dei libri che potrebbe tradire il carattere di dono di seconda mano. Ricordiamoci però che la sincerità premia sempre. Se sappiamo con certezza che un regalo per noi sgradito potrà fare la gioia di un amico caro, ricicliamo con serenità il dono, anche confessando che si tratta di un regifting: si tratta infatti di un regalo a tutti gli effetti di cui non ci si deve vergognare.
SWAP PARTY
Negli ultimi anni si stanno affacciando su internet portali dedicati al baratto, che offrono un servizio di scambio tra gli utenti e si ripropongono di diffondere lo spirito di tale modalità economica, che è in linea con il rispetto dell’ambiente. I beni scambiati sono i più svariati, dagli indumenti, ai DVD, ai CD musicali, ad ogni tipo di oggetto e gadget. Un’idea originale da tenere in considerazione a pochi giori dal Natale è organizzare uno swap party post natalizio. Lo swap party è un tipo di evento nato negli Stati Uniti in cui le persone che vi partecipano si scambiano oggetti. Di solito si tratta di capi d’abbigliamento e accessori di vario tipo, ma anche articoli per la casa, libri e piccoli pezzi di arredamento e tanto altro. Lo swap party può essere un evento informale organizzato tra amici e conoscenti, oppure assumere una forma più strutturata, coinvolgendo persone che non si conoscono tra loro. Anche il numero di partecipanti può variare. Tipicamente, in uno swap party non viene utilizzato denaro. Gli scambi possono avvenire secondo varie modalità: baratto, asta oppure utilizzo di moneta appositamente ideata per effettuare gli scambi all’interno dell’evento. Ci si può sbizzarrire, magari inventando anche delle nuove regole.
VENDERE
Un’altra ottima soluzione per evitare sprechi e rimettere in circolo i doni è rimetterli in circolo sulle piattaforme apposite. Il web offre infinite possibilità per vendere e comprare capi, oggetti ed accessori, vintage, nuovi, di seconda mano e ricondizionati. Rivendere i regali non graditi è semplice e ci permette di aiutare il pianeta ma si perde il senso della pratica del regifting, ovvero quello di fare un dono, principalmente a chi si ama.