ROMA – Nella giornata mondiale del rifugiato, Sergio Mattarella prende la parola per ribadire come “L’Italia veda l’alto impegno morale e giuridico di protezione verso coloro che fuggono dalle persecuzioni. Tra i principi fondamentali della nostra Costituzione”. Un impegno “in prima linea nell’adempiere con costanza ai doveri di solidarietà, assistenza e accoglienza”.
Il messaggio del presidente Mattarella
Secondo il presidente della Repubblica, “i rifugiati ci ricordano ogni giorno, con forza, vicende di sofferenza, di discriminazione, di separazione da famiglie, terre e radici” . E per chi fugge da queste condizioni le donne e gli uomini dello Stato devono rappresentare “il primo volto amico, la mano tesa per un contatto umano e solidale”. A tal proposito merita di essere ricordata “la meritoria esperienza dei trasferimenti umanitari di rifugiati particolarmente vulnerabili. Che, grazie ai vari canali di collaborazione delle autorità con la società civile, consentono di trarre in salvo e condurre in Italia centinaia di beneficiari”.
I possibili scenari
Nessun Paese però, ricorda il Capo dello Stato, “è in grado da solo di rispondere a questa sfida”. L’unica via di uscita è “il superamento della logica emergenziale e la definizione di risposte lungimiranti e sostenibili fondate sui principi di responsabilità e solidarietà che vanno concertate e condivise dalla comunità internazionale, innanzitutto a livello europeo, come sancito dai trattati”. L’invito di Mattarella all’Ue è quello di “essere protagonista per sviluppare una politica comune che riesca a mitigare i conflitti e sostenere le esigenze di sicurezza e sviluppo dei popoli più esposti alle crisi umanitarie. Attraverso un partenariato strutturato con i Paesi e le comunità che ospitano rifugiati e richiedenti asilo”.
La linea di papa Francesco
Parole condivise in toto da Papa Francesco. “Con i rifugiati la Provvidenza ci offre un’occasione per costruire una società più solidale, più fraterna. E una comunità cristiana più aperta”, la riflessione del Pontefice. E nei confronti dei “veri rifugiati” esprime parole di sostegno pure il vicepremier Matteo Salvini. Mettendo in luce come queste persone che fuggono dalla guerra (solo il 7.3% dei totale secondo il titolare del Viminale) possano e debbano arrivare in Italia “senza doversi affidare a trafficanti di esseri umani o a navi pirata”.
(LaPresse/di Andrea Capello)