Rimini, voto basso al ‘Marvelli’: genitore protesta

L'istituto Marvelli di Rimini

RIMINI – Voto basso all’esame, genitore di un’alunna si rivolge alla direzione scolastica regionale. All’esame per la licenza media dello scorso anno riportò un voto ritenuto iniquo; un genitore ha chiesto all’ufficio scolastico regionale per l’Emilia Romagna di effettuare le dovute verifiche.

Chiesto l’accertamento sulla congruità dell’esame

L’obiettivo è quello di accertare se il voto finale attribuito all’alunna sulla base delle prove scritte e orali sostenute, sia stato penalizzato o meno aldilà degli effettivi esiti. Qualche giorno fa, dopo la prima segnalazione fatta lo scorso anno il direttore generale Stefano Versari ha risposto all’appello del genitore. Una risposta sui generis, in cui altro non ha comunicato per adesso che la lettera è stata da lui ricevuta.

L’alunna sostenne la prova di licenza media lo scorso anno

L’episodio si verificò agli esami di licenza media che si tennero lo scorso anno presso l’istituto comprensivo Marvelli. All’esito delle prove scritte e orali un’alunna riportò un voto giudicato dai genitori basso rispetto alla media di quelli attribuiti ad altri licenziati. Dopo una serie di richieste effettuate presso la direzione dell’istituto in cui la prova d’esame si svolse, che rimasero sostanzialmente lettera morta, il genitore ha deciso di rivolgersi al direttore scolastico regionale per avere una risposta. Quello che in sostanza chiede è la riapertura dei faldoni in cui le prove scritte sono contenute per verificare se c’è stata equità di giudizio tra il voto attribuito alla figlia e quello ufficializzato per gli altri alunni e alunne che hanno sostenuto lo stesso esame lo stesso anno.

Il caso delle foto sui social postate dall’insegnante ritratta in posa ‘hard’

Il genitore ha anche portato all’attenzione il caso di una docente dello stesso istituto che pubblicò immagini degli alunni al di fuori del contesto scolastico. Le immagini, dopo la protesta, furono tra l’altro rimosse dalla stessa insegnante. Alla base della protesta per quelle foto c’era anche la circostanza che la docente che le aveva postate ne aveva pubblicata una sui social che mostrava se stessa in una posizione giudicata in un commento alla foto “troppo hard”.

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