BARZAGO – Sta tornando in Italia il piccolo Alvin, il bambino di 11 anni portato in Siria dalla madre, Valbona Berisha, che aveva lasciato il nostro Paese il 17 dicembre del 2014 per arruolarsi nell’Isis. La donna si presume sia morta in un’esplosione. Il ragazzino, di origine albanese ma nato in Italia, si trovava nel campo profughi di Al Hol, in Siria, e sarebbe ferito a una gamba. Alvin è stato ritrovato nell’area orfani della tendopoli, campo che ospita oltre 70mila persone. A recuperarlo gli uomini dello Scip della polizia e del Ros dei carabinieri, che sono intervenuti dopo la denuncia del padre. Cinque anni fa la donna lasciò il marito e padre del bimbo a Barzago, in provincia di Lecco. Il padre di Alvin, Afrim Berisha, in questi cinque anni non ha mai perso la speranza di riabbracciare suo figlio.
Alvin ricorda la sua vita in Italia
Impegnati nell’operazione che ha portato al recupero dell’undicenne la Croce Rossa e la Mezzaluna rossa. Il piccolo è stato portato a Damasco, poi, al confine con il Libano, è stato preso in carica da un funzionario dello Scip che lo ha condotto all’ambasciata italiana a Beirut in attesa del rientro a casa che potrebbe già avvenire nella giornata di domani. Il padre avrebbe anche riconosciuto il figlio da una foto della Croce Rossa. Il bimbo “ricorda di avere avuto dei pregressi in Italia”, ha dichiarato a fine settembre un investigatore del Ros dei carabinieri.
Bambino soldato nell’Isis
Stando agli atti delle indagini nell’ambito del procedimento a carico della donna per terrorismo internazionale, sequestro di persona e sottrazione di minori, la mamma avrebbe messo anche il figlio a disposizione dell’Isis, obbligandolo a frequentare un campo di addestramento per imparare “la lotta corpo a corpo e l’uso delle armi“. Oltre all’addestramento militare, la donna gli avrebbe anche cambiato il nome in ‘Yusuf’ e lo avrebbe fatto circoncidere.