Roma, nuovi guai per Castellino (FN): rischia un processo per truffa

Giuliano Castellino rischia il processo per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse

ROMA (LaPresse) – Roma, nuovi guai per Castellino (FN): rischia un processo per truffa. Giuliano Castellino rischia il processo per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, alla truffa al Sistema Sanitario Regionale, al falso e al riciclaggio per oltre un milione e 300 mila euro. Il leader romano di Forza Nuova, denunciato ieri per l’aggressione a due cronisti dell’Espresso, ha ricevuto avviso di chiusura dell’indagine a carico suo e di altri. Per una presunta truffa al Sistema sanitario legata ad alcuni punti vendita gluten free di cui era titolare.

Gli inquirenti considerano Castellino, 41 anni, il promotore dell’associazione e, insieme a lui, rischiano il rinvio a giudizio altre sette persone tra cui Giorgio Mosca, 59 anni, titolare con Castellino dei punti vendita finiti al centro dell’indagine.

Roma, c’è una presunta truffa al Sistema sanitario

Secondo chi indaga, i due avrebbero organizzato la truffa che sarebbe loro fruttata oltre 1,3 milioni di euro. Attestando con false dichiarazioni la vendita di prodotti per celiaci e intascandone, illegalmente, i rimborsi spese.

Per questa vicenda Castellino e Mosca finirono ai domiciliari il 23 luglio scorso.

Le indagini del Nucleo antisofisticazioni dei carabinieri, coordinate dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal pm Alberto Pioletti, hanno avuto inizio nel novembre del 2017. Grazie infatti alle denunce di quattro dirigenti di altrettante asl romane. I funzionari pubblici consegnarono infatti agli inquirenti centinaia di richieste di rimborso spese che apparivano anomale. La documentazione comprendeva buoni di acquisto. Che quindi il servizio sanitario nazionale fornisce alle persone affette da celiachia per acquistare gratuitamente prodotti gluten free. Sui buoni c’erano nomi di pazienti e medici ma le carte erano tutte false.

La truffa messa in piedi dai due imprenditori ha fruttato loro oltre un milione e trecentomila euro in soli sei mesi fino al dicembre del 2017, quando le indagini erano già partite, ed è stato bloccato il pagamento di altri seicentomila euro.

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