ROMA – Ammonta a 150mila euro secondo chi indaga l’insieme delle tangenti erogate per pilotare almeno 5 sentenze della giustizia amministrativa: tre legate al Consiglio di Stato e due al Consiglio della giustizia amministrativa siciliana. Nei primi tre casi si tratterebbe di sentenze del giudice Nicola Russo, oggi sospeso dal Consiglio di Stato in seguito a precedenti vicende giudiziarie. Protagonista degli altri due casi, invece, sarebbe l’ex presidente del Consiglio della giustizia amministrativa siciliana Raffaele De Lipsis. L’uomo infatti avrebbe ricevuto 50mila e 30mila euro per due episodi corruttivi.
L’accusa
Russo, prima della sospensione dal Consiglio di Stato, avrebbe ottenuto 80 mila euro per pilotare tre sentenze di altrettanti procedimenti a favore degli avvocati Piero Amara e Giuseppe Calafiore. Questi corrompevano il giudice per difendere gli interessi dei loro assistiti. De Lipsis invece avrebbe ricevuto 50mila euro per nominare dei consulenti favorevoli a un cliente di Amara. Inoltre 30mila euro per pilotare la decisione su un ricorso in favore del deputato dell’Assemblea della Regione Sicilia Giuseppe Gennuso. L’indagine che ha portato agli arresti di oggi nasce da un approfondimento investigativo sulla vicenda che un anno fa aveva portato a 15 arresti in un’inchiesta. La stessa portata avanti tra Roma e Messina, su una serie di presunti casi di corruzione nella giustizia amministrativa.
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Roma, sentenze pilotate al Consiglio di Stato: per ‘aggiustare’ i verdetti tangenti da 150mila euro
Ammonta a 150mila euro secondo chi indaga l'insieme delle tangenti erogate per pilotare almeno 5 sentenze della giustizia amministrativa: tre legate al Consiglio di Stato e due al Consiglio della giustizia amministrativa siciliana.