Salone del Libro, nuova veste per la 32esima edizione: ospite la lingua spagnola

Foto Nicola Campo / LaPresse in foto Nicola Lagioia

TORINO – Il 32° Salone Internazionale del Libro torna da giovedì 9 a lunedì 13 maggio 2019. Sarà un Salone nuovo, con l’intera filiera del libro coinvolta, con due ingressi e uno spazio dedicato alle nuove generazioni.


È un momento importante e un evento che appartiene a tutta la città”

È una comunità intera che ha lottato in questi anni per salvarlo e rilanciarlo. Questo è l’anno zero con una nuova struttura e un nuovo percorso che tiene insieme il lavoro fatto negli anni scorsi a partir da una lunga battaglia con Milano che quest’anno si può dire essere vinta“, ha dichiarato la sindaca, Chiara Appendino, durante la presentazione della 32esima edizione nello spazio Murazzi Student Zone.

Al tavolo anche Sergio Chiamparino, presidente Regione Piemonte, Silvio Viale, presidente Associazione Torino, la Città del Libro, Giulio Biino, presidente Fondazione Circolo dei lettori, Maurizia Rebola, direttore Fondazione Circolo dei lettori, e Nicola Lagioia, direttore Salone Internazionale del Libro di Torino.

L’Associazione culturale Torino, la Città del Libro ha acquisito il marchio e il compendio archivistico del Salone grazie al sostegno di Compagnia di San Paolo e Fondazione Crt. Immediatamente l’ha messo a disposizione del territorio, coinvolgendo la Fondazione Circolo dei lettori per la costruzione della 32° edizione. Grazie all’accordo tra i due enti, il Circolo dei lettori si occupa dell’elaborazione, del coordinamento e attuazione del programma culturale nonché della comunicazione dell’evento.

La Salone Libro Srl, nata dall’unione delle aziende che hanno lavorato per renderlo la più grande manifestazione editoriale italiana. Inoltre, il Comitato d’Indirizzo è il luogo del coordinamento delle attività organizzative. ‘Finalmente possiamo lasciarci le polemiche alle spalle e cominciare una conferenza stampa annunciando già un festeggiamento: il Salone del Libro è salvo, è la nostra casa comune, abbiamo riconquistato il marchio, possiamo festeggiare‘, ha spiegato Lagioia.

Tra le novità di questa edizione i 13mila mq dell’Oval a disposizione, con una sala da 700 posti, che si chiamerà Sala Oro il Caffè letterario, una sala da 200 posti, l’area della Lingua Ospite, grandi editori ed editori indipendenti.


Il Salone che verrà è più grande

Immaginato come una mappa composita in grado di restituire la molteplicità delle case editrici e della produzione letteraria italiana. Questo per restituire anche nella pratica l’intento che accomuna tutti coloro che al Salone lavorano, ovvero favorire un dialogo continuo con tutte le realtà del mondo editoriale. Per le nuove generazioni, la novità del 2019 è che lo spazio a loro dedicato, il Bookstock Village cambia casa spostandosi nel Padiglione 2.


Il tema di quest’anno è ‘Il gioco del mondo’

Il Padiglione 1 ospita le istituzioni, tanti editori, l’area dedicata a giochi e fumetti, senza perdere così la propria identità. E infine, il Salone che verrà è più ospitale con ben due ingressi. A quello storico dal Padiglione 1 si aggiunge il secondo accesso dall’Oval, con corsie specifiche, ciascuna dedicata alle diverse categorie di visitatori.


Cortázar ha fatto della mescolanza di culture la propria forza

Cortázar, nato in Belgio da genitori argentini, girò l’Europa per poi trasferirsi in Argentina all’età di 5 anni. Nel 1951 andò a Parigi dove rimase fino agli ultimi giorni. Vissuti, idee, storie che si intrecciano e rendono questo scrittore uno dei migliori nel mettere in pratica una capacità che è un dono, quello della creazione fantastica.

Cortázar fu – ed è tuttora, un ponte tra due continenti e tra diverse culture, per questo è lui a guidare i cinque giorni del Salone, a orientare pensieri e riflessioni.

Per questo è lui a lanciare il sassolino immaginario, quello che nel gioco della campana – Rayuela in spagnolo, titolo originale dell’opera – serve a compiere il balzo, a superare il confine, per accorgersi, giocando, che quel limite è evanescente e labile perché disegnato solo con il gesso.


Lo spagnolo, lingua ospite

Non un Paese ospite, bensì una lingua ospite. Questa la novità e l’ambizione del Salone nel 2019. Poiché le frontiere sono linee immaginarie ma per molti invalicabili, la volontà che guida la manifestazione di maggio è quella di oltrepassarle, giocando per inventare e aprire passaggi. Fare questo è possibile appellandosi a una lingua che unisce popoli e Paesi, ovvero lo spagnolo, tra le più parlate al mondo. A Torino, dal 9 al 13 maggio, è attesa una delegazione di autrici e autori provenienti dai Paesi del Centro e Sud America.


Marche, Regione ospite

Le Marche, regione plurale, hanno al Salone Internazionale del Libro di Torino un posto d’onore, esemplari di un’Italia forte della sua varietà culturale e molteplicità.


Sharjah, ospite d’onore

Nominata dall’Unesco Capitale Mondiale del libro 2019, Sharjah, negli Emirati Arabi, è un gioiello ricco di storia. Terzo emirato per grandezza sorge su un territorio naturale davvero caratteristico che comprende il secondo deserto sabbioso più grande al mondo. La Sharjah International Book Fair è il culmine dell’attività culturale del Paese: nata nel 1982 è l’evento letterario di primo piano nel mondo arabo.


Quarta fiera del mondo, occasione per fare networking tra addetti ai lavori di diversi Paesi

Grazie a Sua Altezza Sheikh Dr. Sultan bin Muhammad Al Qasimi, presidente di Sharjah Book Authority (SBA), sono presentate a Torino 40 traduzioni inedite di titoli italiani in lingua araba per promuovere la bellezza della conoscenza e lo scambio tra culture.
(LaPresse)

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