Salvini ‘chiama’ il Pd: “Spero siano a disposizione per dare una via d’uscita al paese”

Foto LaPresse - Vince Paolo Gerace 05/03/2018 Milano (MI) Politica Matteo Salvini commenta i risultati delle elezioni politiche nella sala stampa della Lega Nella foto: Matteo Salvini alla conferenza stampa in Via Bellerio dopo le elezioni nazionali

MILANO (Alfredo Stella) – Il dopo elezione presta il fianco a svariate ipotese, anche le meno probabili, per dar vita al nuovo governo. Inciuci, apparentamenti, sguardi maliziosi. Una cosa è certa: i voti del Pd che Matteo Renzi ha portato al macello oramai allo sbando, fanno gola a tutti: dal M5S, alla Lega, a FI. Lo sanno i dem che si rifanno al Presidente della Repubblica sul senso di responsabilità. E così Matteo Salvini, in conferenza stampa nel capoluogo ‘lumbard’ strizza l’occhio al Pd e afferma: “Il Pd dopo Renzi? Spero siano a disposizione per dare una via d’uscita al paese, a prescindere da chi uscirà dalle primarie”. E ha continuato il leader del Carroccio: “Se tutti dicono che al centro c’è il lavoro, su questo il nostro programma ha proposte concrete e realizzabili”. E il Pd? Sa troppo bene che le avences che provengono da destra e a manca possono solleticare determinate ambizioni: “Il senso di responsabilità lo devono avere tutti e la nostra risposta al richiamo di Mattarella è scontata ma i primi a essere richiamati alla responsabilità sono quelli che hanno avuto il mandato dagli elettori e vinto le elezioni”. Una bordata, dunque, al M5S, Lega e Forza Italia. “La Lega non si nasconda dietro a pretesti e costruisca le condizioni per un governo con chi ha i suoi stessi programmi e toni”. E Matteo Salvini alla prima assemblea degli eletti del Carroccio sembra non voler girare intorno al problema. Lui è anche disposto ad un governo di larghe intese, ma rischia di rimbalzare contro un muro di gomma eretto dai dem e risponde a chi gli chiede la possibilità di ritorno al voto senza un nuovo governo: “Una cosa alla volta – risponde – sicuramente non si fanno pastrocchi. O c’è un governo o la parola torna agli italiani. Io farei domattina una legge elettorale che dà un premio alla coalizione o al partito più votato. Ma credo poco ai governi tecnici a tempo per fare una o due riforme, che rischiano di essere al servizio di Bruxelles”.

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