Lega e M5S si giocano tutto alle Europee: rimpasto dopo il voto per Bruxelles o le urne

E si fa già il totoministri: a rischio Toninelli, Castelli, Trenta e Tria

in foto Matteo Salvini, Luigi Di Maio

ROMA – Così non si può andare avanti. Parola di Giancarlo Giorgetti, il numero due della Lega giusto un gradino sotto Matteo Salvini. “Se il livello di litigiosità resta questo dopo il 26 maggio è evidente che non si potrebbe andare avanti”, ha affermato ieri il sottosegretario alla presidenza del Consiglio negli studi di Porta a Porta. Per l’esponente del Carroccio Salvini e Luigi Di Maio non si parlano“. E’ evidente che un governo in cui le due parti litigano su tutto ogni giorno non può reggere in eterno. Ma più della rottura ed eventuale voto anticipato, si fa sempre più concreta la strada che porta al rimpasto, con un riequilibrio politico in favore del Carroccio. Sarà determinante il voto europeo. Se il distacco tra Lega e Movimento sarà abissale, con i leghisti con più di 10 punti percentuali avanti ai partner pentastellati, sarà inevitabile una rimodulazione di ministri e sottosegretari.

Il rimpasto di governo sarà una media tra le Politiche e le Europee

La partita si gioca tutta il 26 maggio. E’ nelle cose immaginare un rimpasto in favore della Lega. L’esecutivo ad oggi è modellato sul voto delle scorse Politiche, con il Movimento al 32% e il Carroccio al 17%. In questi mesi, nonostante la maggioranza relativa sia in mano a Luigi Di Maio, il vincitore politico è sempre più Matteo Salvini, in grado di dettare l’agenda e vincere tutte le Regionali. Nella Lega c’è quindi insofferenza. Il voto per Bruxelles sarà un voto sostanzialmente politico e dirà quali saranno effettivamente i pesi dei due partner. A meno di non voler far crollare il governo, sarà inevitabile un rimpasto che garantisca maggiori equilibri politici. Rimpasto basato su una duplice media: il peso delle due forze in parlamento, a vantaggio dei pentastellati, le percentuali che usciranno dalle urne il 26 maggio che, a quanto pare, saranno a vantaggio del Carroccio. Una sorta di ‘calmieraggio’ politico che, terminati i toni da campagna elettorale, dovrebbero garantire al governo nuova linfa vitale.

Toninelli, Castelli, Trenta e Tria: si gioca già al totoministri

Ma chi sono i pentastellati di governo a pagarne le spese? E’ difficile dirlo. In questi mesi alla guida del paese diversi ministri o sottosegretari pentastellati sono più volte incappati in scivoloni politici clamorosi. Su tutti il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Danilo Toninelli e il sottosegretario all’economia Laura Castelli. Così come i ministri ‘non politici’, come ad esempio Tria o il ministro della Difesa Trenta potrebbero essere sacrificati sull’altare del riequilibrio politico, Mattarella permettendo. Ma i conti e il totoministri, se rimpasto ci sarà, è un ‘gioco’ che inizierà un minuto dopo le Europee e non prima.

Centrodestra unito e sorpasso Pd: due variabili indipendenti

Una variabile indipendente sarà il risultato di Forza Italia e Fratelli d’Italia. Se SilvioBerlusconi reggerà non scendendo sotto l’8% e se Giorgia Meloni riuscirà a sfiorare il 5% come in molti sostengono, il tema del centrodestra unito al governo tornerà con forza nel dibattito politico. Così come un eventuale sorpasso del Pd di Zingaretti ai danni del Movimento 5 Stelle destabilizzerebbe l’intero quadro politico. Staremo a vedere.

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