ROMA – I migranti della Sea Watch restano in balia del mare. Al 17simo giorno, spiegano dalla Ong, qualcuno ha iniziato a rifiutare il cibo.
“Temiamo che il loro stato psicologico e di salute possa peggiorare sensibilmente”, è l’allarme
Mentre si moltiplicano gli sforzi dell’Unione europea per trovare una soluzione – da Bruxelles si parla di “intensi” e “continui” contatti del commissario Avrampopulos con gli stati membri, e il Papa rinnova il suo invito alla solidarietà richiamando “l’attenzione dei Governi affinché si presti aiuto a quanti sono dovuti emigrare” , palazzo Chigi non arretra.
Ribatte a muso duro il titolare dell’Interno Matteo Salvini
“Possono farmi tutti gli appelli che vogliono ma non cambio idea – è la risposta del vicepremier Matteo Salvini – Aspettiamo novità da Malta, Berlino o Amsterdam“.
Dal Viminale respingono al mittente le ipotesi di spaccature nel governo
Si ribadisce la contrarietà del titolare dell’Interno a qualsiasi arrivo via mare in Italia, per bloccare una volta per tutte il traffico di esseri umani che arricchisce scafisti, mafiosi e trafficanti.
La soluzione, viene spiegato, sono i corridoi umanitari via aereo per chi scappa davvero dalla guerra, già confermati anche per il 2019.
“Non sono complice di trafficanti di essere umani e di ong private che non rispettano le regole e se ne fregano“, è il ragionamento di Salvini che continua: anche l’accoglienza di 15 famiglie, così come suggerivano il vicepremier Di Maio e il presidente del Consiglio Conte, che ipotizzavano di aprire a donne, bambini, e i rispettivi papà, “sarebbe un segnale di cedimento che farebbe dire agli scafisti ’10 oggi, 15 domani, vediamo… Continuiamo a prenderli'”.
“Io dico agli scafisti basta, stop, fine, chiuso. Io sono coerente“
Insomma porti chiusi, chiusissimi, un atteggiamento che viene prontamente imitato dal governo di Malta, parimenti impegnato a difendere la propria posizione. E che complica non poco il lavoro dell’Ue.
Sull’esito dei colloqui con i leader europei, la commissione Ue informerà il Coreper, il comitato dei rappresentanti permanenti dei Paesi membri presso l’Unione: “Stiamo consumando i telefoni“, spiega il portavoce Margaritis Schinas sottolineando che “serve più solidarietà degli stati membri” e serve “urgentemente” una soluzione “sostenibile” per l’arrivo dei migranti. (LaPresse)