Salvini: “Su Sea Watch non cambio idea, chiunque faccia appelli”

Foto Roberto Monaldo / LaPresse in foto Matteo Salvini

ROMA – I migranti della Sea Watch restano in balia del mare. Al 17simo giorno, spiegano dalla Ong, qualcuno ha iniziato a rifiutare il cibo.

“Temiamo che il loro stato psicologico e di salute possa peggiorare sensibilmente”, è l’allarme

Mentre si moltiplicano gli sforzi dell’Unione europea per trovare una soluzione – da Bruxelles si parla di “intensi” e “continui” contatti del commissario Avrampopulos con gli stati membri, e il Papa rinnova il suo invito alla solidarietà richiamando “l’attenzione dei Governi affinché si presti aiuto a quanti sono dovuti emigrare” , palazzo Chigi non arretra.

Ribatte a muso duro il titolare dell’Interno Matteo Salvini

Possono farmi tutti gli appelli che vogliono ma non cambio idea – è la risposta del vicepremier Matteo SalviniAspettiamo novità da Malta, Berlino o Amsterdam“.

Dal Viminale respingono al mittente le ipotesi di spaccature nel governo

Si ribadisce la contrarietà del titolare dell’Interno a qualsiasi arrivo via mare in Italia, per bloccare una volta per tutte il traffico di esseri umani che arricchisce scafisti, mafiosi e trafficanti.

La soluzione, viene spiegato, sono i corridoi umanitari via aereo per chi scappa davvero dalla guerra, già confermati anche per il 2019.

Non sono complice di trafficanti di essere umani e di ong private che non rispettano le regole e se ne fregano“, è il ragionamento di Salvini che continua: anche l’accoglienza di 15 famiglie, così come suggerivano il vicepremier Di Maio e il presidente del Consiglio Conte, che ipotizzavano di aprire a donne, bambini, e i rispettivi papà, “sarebbe un segnale di cedimento che farebbe dire agli scafisti ’10 oggi, 15 domani, vediamo… Continuiamo a prenderli'”.

“Io dico agli scafisti basta, stop, fine, chiuso. Io sono coerente

Insomma porti chiusi, chiusissimi, un atteggiamento che viene prontamente imitato dal governo di Malta, parimenti impegnato a difendere la propria posizione. E che complica non poco il lavoro dell’Ue.

Sull’esito dei colloqui con i leader europei, la commissione Ue informerà il Coreper, il comitato dei rappresentanti permanenti dei Paesi membri presso l’Unione: “Stiamo consumando i telefoni“, spiega il portavoce Margaritis Schinas sottolineando che “serve più solidarietà degli stati membri” e serve “urgentemente” una soluzione “sostenibile” per l’arrivo dei migranti.  (LaPresse)

2 Commenti

  1. Se come dicono i poveri profughi (??)stanno anni nei campi dei torturatori libici cosa vuoi che sia 18 giorni in mare per di più con i loro amici delle ONG! Basta loro stessi sono i primi complici!annina

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