ROMA – Lo scontro di governo tra Lega e 5 Stelle non bastava. Così Matteo Salvini ha voluto aprire un nuovo fronte tra i pentastellati e il Carroccio. Questa volta a Roma nei confronti dell’amministrazione comunale del sindaco grillino Virginia Raggi. Il vicepremier è tornato all’attacco del primo cittadino capitolino: “Ieri il sindaco ci è rimasto male, ma bisogna avere le spalle larghe. Se si vuole fare il sindaco o il ministro, o l’assessore si deve capire cosa si è in grado di fare”.
Salvini vs Raggi, lo scontro Lega-5 Stelle si sposta nella Capitale
Tutto è nato attorno al risanamento del debito storico di Roma, preso in carico dal governo su cui si è consumato l’ennesimo strappo. Misura che mette in difficoltà il Carroccio, soprattutto al Nord: dopo decenni di slogan “Roma ladrona” far digerire alla base leghista questa misura. Ieri Salvini aveva attaccato la Raggi sottolineando il degrado in cui versa la Capitale. Oggi si è rifatto sotto il vicepremier: “Non occorre uno scienziato per portare via la mondezza, svuotare i cestini, evitare i gabbiani stile avvoltoi“. Poi un’esternazione che sa di minaccia: “Ho invitato la gente a votare la Raggi ma ora quando la gente mi vede dice: fate presto”.
Le accuse dei 5 Stelle: “Nessun regalo alla Capitale. La Lega legga il provvedimento”
Ieri la Raggi aveva replicato duramente: “Pensi a fare il ministro dell’Interno che c’è tanto lavoro“. Oggi, in una nota, lo sconcerto dei parlamentari 5 Stelle: “Non è stato fatto alcun regalo alla Capitale e neanche un centesimo in più delle tasse degli italiani sarà usato per ripagare il debito di Roma. E’ un’operazione a costo zero per le casse pubbliche e per i contribuenti. Certe polemiche prive di senso lasciamole al Pd e a chi ha mal governato in passato la Capitale, lasciando in eredità una situazione disastrosa a cui l’amministrazione Raggi sta ponendo rimedio in modo egregio”.
A Roma come nel governo
E’ solo propaganda? Forse. Ma lo scontro c’è ed è aspro. Su Roma Lega e 5 Stelle ripropongono lo schema di litigi e divisioni già consumati a livello governativo. Se collegati alle pressioni del centrodestra, ultima Giorgia Meloni, le azioni di Salvini sembrano acquistare una coerenza politica diversa. Le Europee saranno spartiacque e, in vista di una brusca frenata dell’economia, forse il segretario del Carroccio sta seriamente pensando di tornare al voto politico dopo quello per Bruxelles. Staremo a vedere.