Sanità a Caserta. Reparti chiusi, code e assenze. Inferno nei Pronto soccorso

CASERTA – Da un reparto d’emergenza chiuso all’altro, da un ospedale senza medici mandati verso un altro sovraffollato, dove bisogna attendere ore per poter venire visitati: è un viaggio allucinante quello che attende gli utenti del servizio sanitario locale che devono recarsi al Pronto soccorso, quale che sia, in provincia di Caserta, dove a criticità irrisolte da decenni si accompagna il vero e proprio disastro portato dalla pandemia di Covid-19.
L’utente parte, di base, all’oscuro di tutto. Non è dato sapere quali siano effettivamente i reparti di Pronto soccorso che sono chiusi a causa dell’emergenza Covid-19 e quali quelli ancora aperti. Non c’è nulla sul sito della Asl casertana. Solo l’esigua lista dei nosocomi, senza alcun riferimento allo stato attuale del Pronto soccorso. “Mi sono fatto male a Maddaloni e sono dovuto venire qua, perché mi hanno detto che il reparto non funziona più” queste le parole di un giovane al triage del Sant’Anna e San Sebastiano. Qui inizia il ‘giro’ tra i reparti d’emergenza. L’unico sicuramente aperto e per questo ingolfato fino all’inverosimile. Fin dalle prime ore del mattino più di venti pazienti si trovano in attesa. La maggior parte, due su tre, in ‘codice verde’. Le ambulanze, inutile dirlo, vengono quasi tutte dirottate verso il nosocomio del capoluogo. In teoria la struttura del Presidio Ospedaliero di Maddaloni è l’unica di cui, in teoria, vi sia certezza della chiusura. Ben diversa è la situazione all’ospedale San Giuseppe Melorio di Maddaloni. chi arriva di corsa, magari con una mano fratturata o una spalla slogata, si ritrova davanti le porte sbarrate del Pronto soccorso. Un cartello molto grande, difficile da non notare, evidenzia il divieto di accesso al personale non autorizzato. Uno più piccolo, appena un foglio di carta stampato, indica l’avviso ‘urgente: il Pronto soccorso non è funzionante. Un peccato, per chi si ritrovasse nel momento del bisogno, averlo saputo solo in quel momento. Tutto viene dato per scontato. La soluzione, a questo punto, sarebbe ricorrere alle ambulanze. Il 118, almeno, saprà in che struttura andare. Ciò, però, ingolfa il servizio d’emergenza. Anche perché non tutte le strutture sanitarie hanno la disponibilità per trattare i problemi diagnosticati. Una coppia di coniugi sta scendendo dalla rampa che porta al Pronto soccorso dell’ospedale di Marcianise. Vanno via perché, come commenta sbuffando l’uomo, “non c’è l’urologo” nel reparto d’emergenza. Come tanti altri la soluzione è una sola: recarsi al Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta. Il Nuovo Policlinico, cattedrale nel deserto, resta un miraggio. All’uscita, dopo aver visitato quattro ospedali c’è confusione, rabbia e stanchezza. Un viaggio allucinante nella disastrata Sanità della provincia di Caserta.

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