GRAZZANISE – È stato scarcerato il boss Alfonso Cacciapuoti: pagato il suo debito con la giustizia, ha lasciato la casa circondariale di Catanzaro ieri mattina e nel tardo pomeriggio ha rimesso piede in terra mazzonara. Il Tribunale di sorveglianza calabrese, prima di aprire le sbarre della prigione, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia gli ha imposto per i prossimi due anni la libertà vigilata.
L’ultimo arresto del boss, assistito dagli avvocati Angelo Raucci e Paolo Raimondo, risale al 2013: fu eseguito dai carabinieri nell’ambito dell’operazione ‘Riscatto’ che puntò a smantellare la cellula dei Casalesi attiva nel Basso Volturno. Prima di quella data, Cacciapuoti, capozona per gli Schiavone nell’area del Basso Volturno, era stato coinvolto nel blitz ‘Cento Passi’ (altra inchiesta, del 2009, sempre tesa a colpire la mafia radicata nei Mazzoni). Complessivamente ha trascorso in cella circa 34 anni.
Nonostante le varie accuse contestategli dagli inquirenti e le numerose dichiarazioni di pentiti che gli hanno addebitato la partecipazione in vari delitti di sangue, Cacciapuoti è stato condannato per un solo omicidio: quello di Vincenzo Mauro.
In relazione all’assassinio di Domenico Florio e Antonio Cantiello, invece, il boss dovrà affrontare (lo farà a piede libero) un nuovo processo in Appello (sarà la terza volta) dopo la decisione della Cassazione di annullare con rinvio il verdetto di secondo grado precedentemente incassato.
Una recente indagine della Dda, tesa a documentare estorsioni a commercianti e imprenditori casertani, ha raccolto dichiarazioni rese da un ex ras, che aveva trascorso un periodo di detenzione con Cacciapuoti, dalle quali è emersa l’intenzione del boss di eliminare il maresciallo Luigi De Santis, comandante della stazione dei carabinieri di Grazzanise. Per quale ragione? Perché il sottufficiale, secondo il mafioso, era stato causa dei propri guai giudiziari. Il timore è che la scarcerazione di Cacciapuoti possa rappresentare nuova linfa per l’organizzazione mafiosa di cui ha fatto parte: c’è il rischio che la sua figura faccia da attrattivo per le nuove leve della cosca e che possa radunare gli altri ras tornati in libertà ormai da diversi anni. La speranza è invece che Cacciapuoti decida di mettersi alle spalle i suoi trascorsi malavitosi e di troncare ogni tipo di rapporto con l’attuale struttura criminale presente in provincia di Caserta.
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