Catturato latitante dei D’Amico

Si nascondeva nel quartiere roccaforte della cosca. La Dda: si occupava di droga

NAPOLI – L’ennesima conferma di un meccanismo criminale a dir poco storico: molto spesso chi sfugge a un arresto non è troppo lontano da casa. E infatti Pasquale Nocerino, alias ’o professore per le sue doti di pensatore e per la sua abilità di scrittura – tanto da essere considerato il saggio di famiglia – si trovava nel suo quartiere, il rione Conocal, quando, domenica sera, gli agenti dell’Ufficio prevenzione generale hanno decretato la fine della sua latitanza. Il 49enne era irreperibile da quando, nei suoi confronti, erano stati disposti gli arresti domiciliari con obbligo di dimora fuori regione, per la precisione a Fano, nelle Marche, in seguito all’arresto nel maxi blitz del 6 febbraio contro il clan D’Amico-Mazzarella.

L’operazione domenica sera, si diceva, quando gli agenti dell’Upg erano impegnati in un’attività di monitoraggio del territorio. Mentre transitavano nel parco Conocal hanno notato il comportamento irrequieto di un uomo. Quindi la decisione di approfondire la vicenda. Perché quell’uomo si muoveva con fase sospetto? Identificato, è saltato fuori che si trattava di Pasquale Nocerino, Lino ’o professore, irreperibile da mesi, soggetto noto tra San Giovanni a Teduccio e Ponticelli. Non appena i residenti della zona hanno capito ciò che stava accadendo, si sono riversati in strada per impedire la cattura di Nocerino. La tensione è aumentata rapidamente, e gli agenti hanno dovuto chiedere supporto ad altre volanti per affrontare la situazione. Dopo un confronto acceso, le forze dell’ordine sono riuscite a calmare gli animi e ad arrestare il 49enne. L’episodio ha evidenziato ancora una volta la complessità delle dinamiche connesse con i clan camorristici e le famiglie coinvolte. Il controllo delle forze dell’ordine ha messo in luce l’ostilità della comunità locale nei confronti delle attività di polizia riguardanti membri di queste famiglie, suggerendo la presenza di un forte legame sociale e di solidarietà tra i residenti e i clan radicati nella zona. Si scrive parco Conocal, si legge clan D’Amico. E’ qui che i fraulella hanno la loro storica roccaforte. Ed è lì che Nocerino si nascondeva. Non si esclude che il 49enne sia stato aiutato, durante il suo periodo di latitanza, da persone del quartiere a lui vicine. Amici, parenti, che ne hanno favorito la vita alla macchia. Il suo è un profilo di spicco nello scacchiere malavitoso di Ponticelli. Lo stesso dicasi per la sua famiglia. Imparentato con Antonio Nocerino, alias brodino, ras del clan De Micco, e con Matteo Nocerino (il padre di quest’ultimo, Massimo, per anni nel clan Sarno, è suo fratello), giovane ai vertici dei ‘nuovi’ D’Amico, ’o professore – stando alla Dda – si occupava delle piazze di spaccio dei fraulella di San Giovanni a Teduccio.
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