Sci, Brignone nella storia: vince a St. Moritz e batte il record della Compagnoni

Come lei nessuna mai. Federica Brignone si prende con ardore e coraggio il suo spazio di gloria in questo anno di grazia tutto colorato d'azzurro che non smette mai di stupire ed esaltare.

ROMA – Come lei nessuna mai. Federica Brignone si prende con ardore e coraggio il suo spazio di gloria in questo anno di grazia tutto colorato d’azzurro che non smette mai di stupire ed esaltare. Con una prova impeccabile trionfa nel SuperG a St.Moritz e porta a 17 i suoi successi in carriera diventando l’azzurra più vincente della storia di Coppa del Mondo superando un’icona del circo bianco come Deborah Compagnoni, ferma a 16 trionfi. Un balzo nella storia realizzato in una mattinata mai così piena di tricolore. La 31enne valdostana nata a Milano, vincitrice della Coppa assoluta 2020, ha preceduto sul traguardo Elena Curtoni, seconda di appena 16 centesimi. Ma dietro ci sono altre tre azzurre nelle prime otto posizioni a dimostrazione della qualità e dell’ottimo stato di forma di questa ‘valanga rosa’ senza limiti: c’è il sesto posto di Sofia Goggia (che ha mantenuto il pettorale rosso da leader della classifica di specialità vista l’uscita di pista di Lara Gut-Behrami), l’ottavo di Marta Bassino e il nono di Francesca Marsaglia. Un vero festival tricolore. Sul podio come sabato scorso ci sale Mikaela Shiffrin, terza al traguardo a 43 centesimi dalla Brignone. Quarta la neozelandese Alice Robinson, al suo miglior risultato della carriera nella specialità, che ha preceduto l’austriaca Ramona Siebenhofer.

Si tratta della seconda doppietta per l’Italia a St.Moritz, visto che nel 2019 a chiudere tra le prime due erano state Goggia e Brignone, divise da un solo centesimo. A distanza di due anni la storia si ripete e a due mesi dai Giochi le vittorie delle due stelle più lucenti dello sci azzurro (Goggia era reduce da tre successi di fila e un secondo posto) fanno ben sperare. La campionessa valdostana, impostasi da dominatrice assoluta in una gara condizionata dal forte vento che ha fatto abbassare la partenza di 400 metri, si è imposta nettamente facendo la differenza sulle curve del tracciato elvetico diventando anche l’atleta più vincente di sempre nel supergigante di Coppa del mondo, con cinque vittorie, superando la compagna di squadra Sofia Goggia ferma a quattro. Altro record.

“E’ una vittoria che va al di là delle cifre statistiche, una delle più belle della mia carriera: sudata, voluta e cercata. Dopo il weekend di Lake Louise ci credevo, perché ho fatto delle belle gare anche se di solito non è una pista a me favorevole. Sono arrivata a St.Moritz cercando di fare un bel risultato, l’ultima volta arrivai seconda a un centesimo, credendoci tanto”, ha dichiarato la Brignone a fine gara. “Sabato ero arrabbiata per non essere riuscita a fare quello che volevo, in un superG adatto alle mie qualità. Quando hanno abbassato la partenza ero quasi preoccupata che la cancellassero. In partenza c’era incertezza e dopo la caduta della Gut mantenere la concentrazione è stato anche più difficile. Ho attaccato il traguardo a tutta, mettendo tutto quello che avevo”, ha spiegato ancora l’azxzurra che non crede ancora di aver strappato il primato di vittorie ad una stella come Deborah Compagnoni. “E’ incredibile anche perché lei aveva Mauro Sbardellotto, che è il mio skiman attuale, e penso sia una bellissima cosa che ci unisce. E’ stata una grande atleta e spero di continuare a vincere. Non sono sola, nel team Italia ci sono tante ragazze che possono vincere tanto come Sofia Goggia e Marta Bassino”. E’ Grand’Italia. E Pechino le aspetta.

In campo maschile sfuma invece all’ultima porta il podio per Alex Vinatzer nella tappa di slalom di Coppa del mondo, in Val d’Isere. Il 22enne, secondo dopo la prima manche, ha saltato il paletto conclusivo ai piedi del traguardo nonostante una prova molto convincente fino a quel punto tra i pali snodati. La gara è stata vinta dal padrone di casa francese Clement Noel davanti allo svedese Kristoffer Jakobsen, terza posizione per il croato Filip Zubcic.

di Luca Masotto

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