Scuola, buona la prima: si torna in classe. Bianchi assicura: “Dad alle spalle”

Campanella per 4 milioni di studenti che stamattina, in nove regioni italiane, sono entrati in classe per rimanerci tutto l'anno: niente Dad in questa prova generale del post pandemia, o almeno questa è l'intenzione.

ROMA – Campanella per 4 milioni di studenti che stamattina, in nove regioni italiane, sono entrati in classe per rimanerci tutto l’anno: niente Dad in questa prova generale del post pandemia, o almeno questa è l’intenzione. Si parte con la protesta dell’Unione degli studenti che nella notte hanno deposto delle macerie davanti alla sede del ministero dell’Istruzione, a simbolo della stato della scuola pubblica. Ma “ritrovarsi tutti a scuola è una gioia grandissima, perché la scuola è il centro della nostra comunità. Il compito della scuola di quest’anno è farci sentire un Paese”, promette il titolare Patrizio Bianchi, “la didattica a distanza, quella dell’anno scorso che sostituiva la classe, conto di averla lasciata alle nostre spalle”.

Tranne qualche caso sporadico qui e lì tutto ha funzionato all’esordio dell’app per controllare i green pass di docenti e personale scolastico. “I presidi hanno lavorato tutto sabato e domenica per fare in modo che tutto funzionasse stamattina”, conferma a LaPresse il presidente dell’Associazione nazionale Presidi, Antonello Giannelli, e anche il numero uno Anp a Roma, Mario Rusconi, spiega che “la piattaforma ha funzionato bene. non tutte le persone sono state caricate sulla piattaforma, anche perché alcune non sono ancora state assunte e saranno nominate in queste ore. Quando le persone non sono caricate sulla piattaforma, la scuola ha comunque la possibilità di verificare il green pass tramite l’app che utilizzano anche i ristoratori. Comunque, incredibile ma vero, la piattaforma funziona”. Controlli anche per i genitori che hanno deciso di accompagnare i figli per la ‘prima’, con qualche prevedibile coda e qualche sporadico mugugno.

Sul fronte cattedre, “il ministero era competente per la nomina di circa 60mila supplenti e sono stati coperti – sottolinea Giannelli – Restano quelli di nomina delle scuole, ma il problema del reclutamento docenti è strutturale, non era logico pensare di risolvere il 100% dei problemi, ma do atto al grande impegno e al buon risultato raggiunto dal ministero”. Dalla Flc Cgil sottolineano però che le immissioni in ruolo dei docenti quest’anno corrispondono al 53% dei posti disponibili con il restante 47% delle cattedre affidate a precari a cui si aggiungono altri 90 mila posti liberi, di cui la stragrande maggioranza sul sostegno. “Dunque 150 mila posti docenti, il 17% della dotazione complessiva, anche quest’anno saranno coperti da precari – denuncia il sindacato – Ancora più pesante la situazione sul versante Ata dove le 10.800 immissioni in ruolo hanno coperto solo il 40% dei posti disponibili. Resta poi il problema delle oltre 600 scuole date in reggenza con Ds e Dsga che devono suddividersi fra più istituti. E a questi vecchi problemi se ne aggiungono di nuovi, a partire dall’enorme pasticcio fatto sul green pass”.

Quanto ai trasporti bisognerà vedere se il potenziamento messo in campo dalle aziende di Tpl reggerà la prova dell’anno scolastico: a Roma sotto osservazione c’è già la tratta Roma -Lido. Corre ai ripari la sottosegretaria all’Istruzione Barbara Floridia: “da dicembre sarà a disposizione delle scuole un software del Ministero in grado di supportare i mobility manager scolastici nella gestione dei flussi casa-scuola-casa – spiega a Lapresse – Tra qualche settimana lo testeremo con alcune scuole d’Italia che si presteranno al collaudo della piattaforma. Alla fine avremo una fotografia accurata e si potrà intervenire sulle criticità riscontrate in piena pandemia e che riguardano il problema dei trasporti per i ragazzi”.

Di Antonella Scutiero

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