Segreteria 5S, decide Conte. Scatta il “si salvi chi può”

Gallo, Sportiello e Santillo fra le scelte più probabili. L’eurodeputato Giarrusso si preoccupa: “I nomi siano votati dalla base”

Napoli – Giuseppe Conte non ha ancora presentato il nuovo statuto e la nuova carta dei valori del M5S, ma i parlamentari grillini già sgomitano per un posto in segreteria. Il famoso organismo collegiale che avrebbe dovuto sostituire la figura del capo politico in realtà si limiterà ad affiancarlo e servirà a garantire ai pentastellati a rischio rielezione una poltrona. Quasi sicuramente, al di là dei desiderata di qualcuno, a scegliere chi dovrà avere un ruolo dirigenziale interno al Movimento sarà Conte e non il voto degli iscritti, come inizialmente paventato. Che si tratti di senatori e deputati al primo o al secondo mandato poco importa. Ciò che conta è garantire ai big la sopravvivenza politica superando il problema legato alla regola del doppio mandato che ‘Giuseppi’ si appresta ad aggirare prima di abolirla. Il via libera alla politica di professione è vicino, provata l’ebbrezza del potere perché rinunciarci? Immaginare, guardando solo al vivaio campano, che il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, il presidente della Camera Roberto Fico, ex ministri e sottosegretari Vincenzo Spadafora, Carlo Sibilia o Angelo Tofalo e i parlamentari Sergio Puglia, Luigi Gallo, Gilda Sportiello, Salvatore Micillo e Agostino Santillo, passando per la capogruppo in consiglio regionale Valeria Ciarambino, finito il secondo mandato tornino al loro lavoro o a studiare, è utopia. Certo a sentir parlare loro, i ‘vip’ grillini, non è desiderio di potere, ma voglia di non disperdere le competenze acquisite dagli albori ad oggi per continuare a far crescere il Movimento. Sembrano tutti dimentichi che proprio i cambi di rotta voluti da loro hanno portato il M5S ad un drastico calo nei sondaggi, a perdere attivisti e parlamentari. Ma forse la strategia è questa: limitare la competizione in vista delle prossime Politiche che per molti, considerata la riduzione del numero di parlamentari, significheranno la perdita della comoda poltrona a Roma. A tranquillizzare gli animi ci proverà ‘Giuseppi’ stravolgendo le vecchie regole in virtù di quella che più che come un cambiamento del M5S viene descritta come rivoluzione copernicana.
I grillini più noti, oltre ai campani anche Paola Taverna, Francesco D’Uva e Alfonso Bonafede, possono dormire sonni tranquilli, gli altri meno. E poi c’è chi, non avendo ancora chiaro se e quanto peso ha e avrà rispetto ai progetti contiani, si ricorda, tardivamente, della rete come l’eurodeputato Dino Giarrusso. “Ho assoluta fiducia in Conte e sono certo che la nuova segreteria di cui si sta parlando in queste ore dovrà necessariamente rispecchiare il volere della nostra base – ha detto – attivisti ed iscritti. Mi auguro che la segreteria nazionale possa essere votata, se non in toto almeno in parte, sulla nuova piattaforma e ritengo sia assolutamente necessario invece che tutta la struttura locale (segreterie regionali e provinciali, ndr) venga votata dalla base, così da contrastare chi ha creduto che il M5S sia un proprio feudo personale, buono ad assicurare un posto retribuito per sé e la propria famiglia”.
Il M5S campano si è composto, fino ad ora di due feudi, quello dimaiano e quello fichiano che su scala nazionale si uniscono, per ora, a quello contiano. Ma per occupare le poltroncine delle segreterie locali le due correnti non si faranno sconti. Per esempio Gallo, fichiano, mesi fa, si è già autocandidato alla segreteria, ma oltre al suo nome continuano a circolare quello dell’altra fichiana Sportiello e del dimaiano Santillo. La serenità con cui i big si apprestano ad accettare i diktat di Conte fa pensare che della nuova organizzazione, e della deroga al doppio mandato, sappiano più di quanto dicono. “L’auspicio sul Movimento è un auspicio positivo – ha detto Fico – e sarà positivissimo. Io sono ottimista”. I meno noti, probabilmente, lo sono meno.

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