NAPOLI – Il cambiamento climatico e l’emergenza siccità che ormai da settimane attanaglia il Paese impongono una serie riflessione sull’utilizzo delle risorse idriche: è indispensabile non sprecarle se vogliamo aiutare il nostro pianeta. Utilizzando l’acqua consumiamo le riserve idriche che dovrebbero ricaricarsi attraverso la pioggia e la neve che alimentano i ghiacciai, i fiumi, i laghi e le falde. Ma se in un dato momento preleviamo più acqua di quella che naturalmente viene ricaricata, rischiamo di consumare le riserve e di andare in deficit idrico. A questo problema va aggiunta la dispersione idrica. La risorsa idrica viene dispersa in una rete di distribuzione colabrodo: secondo i dati diffusi dal Wwf ogni cento litri immessi nella rete di distribuzione ben 42 vanno persi e non arrivano ai rubinetti delle case. Gli italiani inoltre consumano, ma forse sarebbe meglio dire “sprecano”, più acqua di tutti gli europei: circa 120-150 metri cubi in media per ogni famiglia in un anno, con un consumo medio giornaliero individuale di circa 220 litri d’acqua al giorno. Cosa possiamo fare? Spesso consumiamo molta più acqua di quella che realmente ci serve, ma possiamo ridurre considerevolmente i consumi partendo da piccole regole quotidiane.
Acqua nell’orto
Coldiretti ha diffuso un vademecum per far fronte alle misure di restrizione sull’uso dell’acqua potabile, a partire dal divieto di innaffiare varato da molti Comuni. In un momento di gravissima emergenza è necessario che le risorse idriche vengano concentrate sull’uso umano e su quello agricolo ma con alcuni piccoli aggiornamenti è possibile aiutare anche le piante su orti e terrazzi a resistere, in attesa della sospirata pioggia. La prima regola è riciclare l’acqua di cottura di pasta, riso e verdure per innaffiare e concimare il terreno (una volta raffreddata darà sollievo alle piante ma concimerà anche il suolo con le sostanze rilasciate dagli alimenti cucinati), la seconda regola è raccogliere con bacinelle l’acqua durante la doccia (quella senza sapone) e utilizzarla per bagnare le piante. Al terzo posto troviamo l’utilizzo di sottovasi per raccogliere l’acqua che sgronda dopo aver bagnato le piante ed utilizzarla per bagnare altre piante. Il quarto punto è coprire la terra dei vasi con la paglia per mantenere l’umidità, il quinto è utilizzare appositi gel trattieni acqua per il lento rilascio. In sesta posizione c’è il sollevamento dei vasi da terra, soprattutto su terrazze e balconi con tappi di bottiglia o polistirolo per ridurre la trasmissione del caldo dalla pavimentazione, staccarli anche dai muri. Al settimo posto troviamo costruire sistemi di irrigazione a goccia fai da te con bottiglie o coni di ceramica. L’ottava regola è innaffiare la sera per non far evaporare l’acqua ed evitare l’effetto lente dell’acqua su foglie e ortaggi che li può bruciare, la nona e fare attenzione alle necessità di esposizione delle piante (sole, ombra, ecc.), se possibile spostare i vasi dai balconi e dalle terrazze esposti a sud a quelli esposti a nord. Infine dobbiamo utilizzare ombreggianti nelle ore più calde e quando è maggiore l’insolazione per ridurre l’evapotraspirazione delle piante e l’allessatura degli ortaggi.
In casa
Il bagno è il luogo della casa in cui utilizziamo maggiormente l’acqua, per non sprecarla la prima regola è chiudere il rubinetto quando ci si lava i denti o ci si fa lo shampoo. Stesso discorso per quanto riguarda la cucina e le pulizie di casa: è consigliato raccogliere l’acqua usata per sciacquare le verdure in una bacinella ed effettuare i lavaggi in lavatrice e lavastoviglie solo a pieno carico. Per lavarci preferiamo la doccia al bagno in vasca: in media riempire la vasca comporta un consumo d’acqua quattro volte superiore rispetto alla doccia. Acquistiamo elettrodomestici di classe A+ pensati per ridurre il consumo di acqua ed energia. Innaffiamo le piante di sera: dopo il tramonto l’acqua evapora più lentamente. Chiudiamo il rubinetto centrale dell’acqua quando partiamo per un lungo periodo. Si eviteranno così spiacevoli sorprese al ritorno in caso di eventuali perdite che non si conoscono.