MILANO – “L’Isis in Siria resiste a Baghuz, ultimo fazzoletto di terra, chiuso da tre lati. All’interno un mese fa, quando c’ero io, c’erano mille persone. Hanno lasciato un corridoio per i civili e già 500 erano usciti. Ma oggi i numeri non tornano, i jihadisti non finiscono mai. Forse hanno tunnel, perché non finiscono nonostante siano assediati. Hanno mezzi e armi nascosti sotto terra e non sarà facile”. Così Gabriele Micalizzi, il reporter italiano rimasto ferito in Siria, parla della situazione di Baghuz, ultimo baluardo dell’Isis, in un’intervista a Circo Massimo, su Radio Capital.
Secondo Micalizzi odio può portare solo altro odio
“Episodi come quelli di Christchurch creano solo odio. L’odio può portare solo altro odio”. Così Gabriele Micalizzi, il reporter italiano rimasto ferito in Siria, in un’intervista a Circo Massimo, su Radio Capital, commenta l’attacco di venerdì da parte di un suprematista bianco contro due moschee in Nuova Zelanda.
Per il fotoreporter, secondo i prigionieri curdi, padre Dall’Oglio sarebbe vivo
“Voci che arrivano dai prigionieri curdi che sono stati liberati nella zona di Baghuz raccontano di un prete italiano ancora vivo”. Così, Gabriele Micalizzi, il fotoreporter ferito a Deir Ezzor, nella Siria Sud – Orientale sul fronte di guerra tra Isis e forze curdo-siriane, ai microfoni di Uno, Nessuno, 100Milan, su Radio 24, commenta la possibilità che padre Paolo Dall’Oglio, rapito dall’Isis nel 2013, sia ancora vivo. “E’ difficile confermare la veridicità delle fonti – continua Micalizzi a Radio 24 – ma quello che è stato confermato da diverse persone è che c’era un prete italiano tra gli ostaggi, ed era vivo”.
(LaPresse)