Beirut (LaPresse/AFP) – Sono ripresi oggi, dopo una breve pausa, i raid del regime siriano, sostenuto dalla Russia, contro la provincia di Idlib, ultima roccaforte dei ribelli nel nord-ovest del Paese. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, negli ultimi bombardamenti almeno una persona sarebbe morta.
Sabato, i caccia russi hanno effettuato nuovi raid, “i più intensi” da un mese, nell’ambito della vasta offensiva contro Idlib iniziata da settimane. Oggi, dopo una pausa di qualche ora, “elicotteri delle forze del regime di Damasco hanno lanciato circa 40 barili bomba. Sul villaggio di Hbit, nel sud della provincia, uccidendo un bambino”, ha spiegato il direttore dell’Osservatorio, Rami Abdel Rahmane. In parallelo, ha aggiunto, “oltre dieci raid” sono stati effettuati dall’aviazione russa sulla città di Latamnè, nel nord-ovest della provincia di Hama, vicina a Idlib e controllata da ribelli e jihadisti.
Nel raid è stato colpito un ospedale obsoleto
I raid hanno colpito un ospedale, ormai abbandonato, dopo che già ieri un’altra struttura sanitaria vicino alla città di Hass è stata gravemente danneggiata.
La paura è “immensa” tra gli abitanti e il personale medico, ha confermato all’Afp il capo dei servizi sanitari della provincia siriana, Munzer Al-Khalil. Dicendo di temere “la più catastrofica crisi della guerra in Siria”.