Siria, Turchia pronta ad attaccare Kobane

Erdogan pronto ad attaccare Kobane, intanto le truppe di Assad viaggiano verso il Nord della Siria per combattere contro i turchi

Turkish-backed Syrian fighters wave the Syrian opposition flag on top of a building in the southwestern neighbourhoods of the border town of Tal Abyad on October 13, 2019. - Fighting has engulfed the border area in northeastern Syria since Turkey launched an offensive on October 9 to push back the Kurdish-led Syrian Democratic Forces (SDF), displacing 130,000 people so far according to the United Nations, amidst warnings from aid groups of another humanitarian disaster in Syria's eight-year-old war if the offensive is not halted. (Photo by Bakr ALKASEM / AFP)

ANKARA – Le milizie arabe di Ankara si avvicinano a Kobane per sferrare un attacco dal fronte occidentale. Esercito e carri armati nelle ultime ore hanno potenziato le milizie nel nord della Siria, in un’area già controllata dalla Turchia. Sotto attacco la regione amministrata dai curdi-siriani. Le milizie intendono attraversare il fiume Eufrate, confine naturale di quella regione, costruendo un ponte temporaneo sul fiume. Da lì poi si dirigeranno prima sull’area curda di Zormagar e poi verso Kobane. Ora si attende solo l’ordine diretto del presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Intanto anche le truppe di Assad marciano verso Nord per combattere a fianco dei curdi contro i turchi. Questo fronte è stato realizzato con la mediazione della Russia di Vladimir Putin, ed era impensabile fino a poco fa.

Le parole di Erdogan: “Disinformazione in Europa”

Nei giorni scorsi i curdi avevano avvertito gli Usa: se non li avessero aiutati si sarebbero rivolti alla Russia e così è stato. Ma sul nuovo clima Erdogan è cauto. “Non sarà un problema per l’attacco a Kobane neanche l’approccio mostrato dalla Russia. In questo momento girano molte voci”, ha detto il presidente turco, sminuendo la mediazione di Putin sull’accordo con Damasco. “Il nostro accordo con gli Usa prevedeva che Manbij fosse evacuata dai terroristi in 90 giorni. E’ passato un anno e Manbij non è ancora stata evacuata”.  Poi si è rivolto all’Europa: “Ho parlato ieri con la cancelliera tedesca Angela Merkel e il giorno prima con il premier britannico Boris Johnson. Nei nostri colloqui ho capito che c’è una seria disinformazione. Starete dalla parte del vostro alleato Nato, o dalla parte dei terroristi? Ovviamente loro non possono rispondermi a questa domanda retorica”.

La reazione dell’Italia

Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio e quello francese Yves Le Drian a margine dei lavori del Consiglio Affari Esteri in corso a Lussemburgo hanno fatto emergere una posizione unitaria sulla situazione siriana. Ha chiesto “alla Turchia di cessare immediatamente le operazioni militari” e condannato “le operazioni nella Siria nord-orientale: è fondamentale che l’Ue mantenga una posizione unita sulla Siria”.

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