MALAGA – La Spagna tiene il fiato sospeso per il piccolo Julen, il bambino di due anni caduto in un pozzo profondo oltre 100 metri la scorsa domenica. Le operazioni per salvare il piccolo proseguono senza sosta, intanto “resti biologici” sono stati trovati all’interno del pozzo maledetto.
Il papà del piccolo: “Mio figlio è lì dentro, nessuno lo metta in dubbio”
La Spagna prega per Julen
Le squadre di soccorso hanno raccolto dei “resti biologici” nel pozzo di oltre 100 metri di profondità di Totalán (Malaga), in cui si cerca il piccolo Julen da ormai tre giorni. Sono dei capelli. Si ritiene che “siano di Julen“. Saranno analizzati in laboratorio per confermare che appartengono al bambino, come fatto sapere della Guardia Civile. Proseguono intanto a gran velocità le complicate operazioni per far uscire il bimbo. I soccorritori stanno scavando due tunnel, uno sul lato della montagna e un altro parallelo al bambino, per collegarsi in meno di 48 ore con il pozzo.
Il papà: “Ho sentito il pianto di mio figlio”
Non perde le speranze il padre di Julien, José. L’uomo ne è sicuro: suo figlio è lì. “Ho sentito mio figlio che piangeva e dopo 30 secondi non l’ho sentito più“, ha detto. Mio figlio è qui, che nessuno lo metta in dubbio. Vorrei non fosse dentro quel pozzo. Vorrei essere io sepolto lì sotto e che lui fosse qui”. Parole che straziano il cuore. José ripercorre con la mente quegli attimi prima della tragedia. “Stavamo preparando una paella, stavo gettando legna sul fuoco e mia moglie ha preso il telefono per farci sapere che non andava a lavorare. Sono andato a raccogliere i tronchi e il bimbo ha cominciato a correre“.
“Mia cugina, che si trovava più vicino, arrivò e cominciò a gridare ‘il bambino, il bambino!‘. Vide Julen cadere dal buco, le braccia alzate. Io arrivai poco dopo. Gli ho potuto solo dire: ‘Stai calmo, papà è qui e il fratellino ci aiuterà’.“