Spataro risponde ancora a Salvini: “Solo la Procura può informare”

Il procuratore capo di Torino, Armando Spataro, non si accontenta delle spiegazioni del vicepremier e contrattacca

Armando Spataro (Foto LaPresse/Giordan Ambrico)

Milano (LaPresse) – Nel botta e risposta con il ministro dell’Interno Matteo Salvini l’ultima parola vuole averla lui. Il procuratore capo di Torino, Armando Spataro, non si accontenta delle spiegazioni del vicepremier e contrattacca. Il magistrato ribadisce che la Procura della Repubblica di Torino è “unica competente in ordine alla direzione delle indagini, al rilascio della delega per la esecuzione di provvedimenti cautelari e alla gestione ed autorizzazione alla diffusione delle conseguenti informazioni (nella specie, concordate – come sempre – con la Polizia giudiziaria)”.

Quindi, proprio alla Procura spettava emettere un comunicato in merito all’indagine che ha portato a nuovi arresti nella cosiddetta mafia nigeriana. Di certo, il sottinteso, non a Salvini con un tweet. E la nota stampa arriva solo nella mattinata di giovedì. Farlo prima, precisa Spataro, avrebbe potuto “compromettere l’esito delle operazioni delegate che non si erano concluse il 4 dicembre”. La fine dell’indagine, infatti, è arrivata solo la sera del 5 dicembre, con un ultimo arresto a Padova.

Il procuratore capo di Torino, Armando Spataro, non si accontenta delle spiegazioni del vicepremier e contrattacca

Il bilancio dell’operazione è di sei indagati su nove arrestati per associazione di stampo mafioso, di cui uno si trovava già in carcere per altra causa, e tre (su sei) per gli altri reati. Altri sei indagati sono ancora latitanti, nell’ambito dell’inchiesta ‘Eiye’ o ‘Supreme eiye confraternity’. Ma ormai l’operazione conta poco, visto che si è trasformata in un caso politico, come già era successo la scorsa estate sulla questione migranti. E mentre Salvini sposta la vicenda su un piano personale, facendo riferimento all’imminente pensionamento del procuratore, che avverrà fra un paio di settimane al termine del suo lavoro, Spataro non ci sta e riporta la discussione sul piano delle regole.

Dietro di lui, però, mentre arriva il sostegno di ex magistrati, fra i quali Antonio Di Pietro e Edmondo Bruti Liberati, manca una presa di posizione netta dell’Anm. Il presidente Francesco Minisci, infatti, si limita a ribadire “la necessità che siano rispettati i ruoli previsti dall’ordinamento e le prerogative a ciascuno riconosciute, auspicando che ogni legittimo confronto e le connesse posizioni siano portate avanti abbassando i toni e rispettando i profili e i percorsi professionali”. Una posizione troppo prudente, e quindi “non sufficiente” per i magistrati di Area Democratica per la Giustizia. E’ necessaria, invece, una presa di posizione “netta e univoca”. Chissà, ora, se Salvini lascerà l’ultima parola a Spataro o se, ancora una volta, risponderà via social.

Chiara Troiano

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